Un decreto in materia di emergenza sanitaria mette nero su bianco che chi rifiuta il vaccino anti-Covid incorre in "conseguenze di diverso grado"
In Vaticano la vaccinazione contro il Coronavirus è su base volontaria, ma per i lavoratori tra le Mura Leonine c’è poco da scegliere, prevale il diritto alla salute. Un decreto in materia di emergenza sanitaria firmato dal presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città, il cardinale Giuseppe Bertello, mette nero su bianco che chi rifiuta il vaccino anti-Covid incorre in “conseguenze di diverso grado, che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro”.
Il lavoratore che “senza comprovate ragioni di salute” rifiuti di sottoporsi agli accertamenti sanitari o alla somministrazione del vaccino “a tutela della salute dei cittadini, dei residenti, dei lavoratori e della comunità di lavoro” – si legge all’articolo 6, comma due – è soggetto alle responsabilità e conseguenze previste dal Rescritto Ex Audientia SS.MI, che prevede, appunto, conseguenze di diverso grado, fino al licenziamento.
Una soluzione “del tutto logica” per il giuslavorista Pietro Ichino. Commentando con LaPresse la decisione della Santa Sede, il professore dell’Università di Milano auspica che l’Italia segua l’esempio del Vaticano, perché va bene la libertà di non vaccinarsi, ma “non se si svolgono attività che possono mettere a rischio la sicurezza altrui”.
In altre parole, per Ichino un “dovere” di vaccinarsi, pur non previsto in linea generale dalla legge, può sorgere come conseguenza di un contratto di lavoro, perché “la libertà dell’individuo non può spingersi oltre il limite del diritto alla salute degli altri”.
Nello stesso giorno in cui monta la polemica, una disposizione del Garante della Privacy italiano va in direzione diametralmente opposta, vietando al datore di lavoro di accertare – anche se solo per il tramite del medico competente – se il proprio dipendente si sia sottoposto o no alla vaccinazione. “E’ assurdo”, tuona il giuslavorista. “Perché il dovere di vaccinarsi torni a vincolare chi lavora in un ambiente chiuso insieme ad altri occorrerà che venga rimossa, da un provvedimento giudiziario o – più opportunamente – da un intervento legislativo urgente”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata