Il settore messo in ginocchio dalla pandemia: in Italia fermi 3mila impianti

Anche il mondo delle piscine pubbliche è stato messo in ginocchio dall’anno della pandemia. Si parla di quasi 3mila impianti in Italia che, almeno fino al 5 marzo, resteranno chiusi, ma che non sanno cosa accadrà dopo. A lanciare l’allarme è il Sole24Ore a cui Fabrizio Rampazzo, azzurro e olimpionico di nuovo oltre che vice presidente di Gestiamo, spiega: “Nei mesi di chiusura abbiamo calcolato perdite mensili fra gli 80mila e i 100mila euro per un impianto medio”. Ma anche nei mesi di apertura non è andata meglio, con ricavi che “si sono fermati al 50% della media pre-pandemia”. Un settore quindi che, a fronte di circa 1,8 miliardi di fatturato in anni normali, ha avuto perdite per circa il 60%. Grande impatto anche sull’occupazione, con circa 116mila lavoratori ma dei quali i due terzi hanno contratti a termine stagionali. E, quindi, in questi mesi disoccupati. Secondo Rampazzo uno dei problemi è che il settore è stato equiparato alle società sportive, mentre “noi siamo imprese a tutti gli effetti”. I gestori vorrebbero ora superare la logica degli aiuti e proporre un rilancio in ottica di benessere dei cittadini che porterebbe risparmi allo Stato. L’attività fisica, infatti, secondo le stime dell’Iss, porterebbe un risparmio di 2,3 milioni di euro per il Servizio sanitario nazionale. Da qui la richiesta di un Bonus movimento sul modello del Bonus Vacanze.

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