Coronavirus, in Ue ‘sempre più convergenza’ su passaporti vaccinali

"Mantenere le restrizioni e no ai viaggi non essenziali"

 Accelerare i rifornimenti di vaccini e al tempo stesso mantenere le restrizioni e no ai viaggi non essenziali. In Europa, mentre corrono le varianti del coronavirus, è questa la linea da seguire per i leader Ue, secondo quanto è emerso nella prima giornata di riunione del Consiglio europeo. Ampio spazio, nel confronto in videoconferenza, è stato dato al cosiddetto ‘passaporto vaccinale’, sul quale spingono da tempo Paesi del sud come Grecia e Spagna per non perdere nuovamente la stagione estiva del turismo. Sul certificato vaccinale fra i leader Ue c’è “sempre più convergenza”, ha assicurato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

I capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri ne hanno discusso a lungo, ma dovranno continuare a farlo perché alcuni punti restano da chiarire. Per sviluppare il pass vaccinale da un punto di vista tecnico ci vorranno almeno tre mesi, ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. All’interno andranno inserite “informazioni molto semplici”, per esempio se una persona è vaccinata e se ha effettuato un test Prc, ma non dati sanitari sensibili. Vanno chiarite però alcune questioni scientifiche (come per esempio se il virus si possa trasmettere anche se si è vaccinati) e politiche (per esempio stabilire cosa si potrà fare con il certificato).

L’idea in cui molti sperano è quella sintetizzata dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz: “Vogliamo un passaporto a livello dell’Unione europea, con il quale si possa viaggiare liberamente, spostarsi senza restrizioni per affari e andare in vacanza, oltre a godere finalmente di gastronomia, cultura, eventi e altre cose”.”Le prossime settimane resteranno difficili sul piano della vaccinazione ma vi do un messaggio di ottimismo e speranza: abbiamo mezzi e risorse per riuscire nei prossimi mesi da questa crisi in cui ci troviamo da più di un anno”, ha voluto rassicurare Charles Michel. L’Ue ha raggiunto accordi con diverse società per oltre 2 miliardi di dosi di vaccini (al momento quelli autorizzati dall’Ema sono Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca), ma si sono susseguiti annunci di ritardi da parte dei fornitori.

“La via europea ci ha permesso di evitare la concorrenza tra i Paesi europei e impedire che quelli ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini”, ha però rivendicato il presidente dell’Europarlamento David Sassoli. “Sono fortemente contrario a qualsiasi accordo bilaterale e vi chiedo di essere chiari nel rifuggire ogni tentazione di nazionalismo sui vaccini”, ha aggiunto.Poco distante da dove Michel presiedeva il video summit, l’Europarlamento ospitava (anche in questo caso in video) l’audizione dei fornitori di vaccini. “Vi posso garantire che stiamo lavorando per aumentare la produzione”, ha detto il ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, confermando però di fatto che nel primo trimestre consegnerà all’Ue meno della metà dei vaccini che si era impegnata a fornire. “Stiamo facendo del nostro meglio per rifornire 40 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021”, ha detto, mentre inizialmente era prevista nel primo trimestre la consegna di 90 milioni di dosi.