Così il responsabile del centro Covid pediatrico del Lazio: "I vaccini sono indispensabili anche in età pediatrica"
Partiamo dalle buone notizie: “Al momento la malattia Sars-Cov2 nel bambino è fortunatamente uguale per gravità a quella che abbiamo visto nella fase 1”, ovvero, nella gran parte dei casi, asintomatica o quasi. “Ma di recente i ricoveri sono cresciuti, e questo è legato all’allentamento delle misure restrittive”. Andrea Campana, responsabile del centro Covid pediatrico del Lazio presso l’ospedale Bambino Gesù di Palidoro, parla con LaPresse poco dopo aver effettuato le visite mattutine sui piccoli pazienti.
In un anno di pandemia i ricoveri presso l’ospedale romano sono stati circa 400 e di questi solo quattro o cinque hanno avuto condizioni più serie, da rianimazione, che poi sono state superate.
Il Covid, nonostante le varianti, alcune delle quali più contagiose, continua ad essere una malattia che colpisce i piccoli con sintoni leggeri e anche per questo, sostiene Campana, “chiudere le scuole e penalizzare proprio i bambini è una forzatura. Il concetto è che le scuole sono l’ultima cosa che deve chiudere. Ovvio poi, che se il contatto con un positivo è all’interno della scuola la classe deve andare in quarantena, come da protocollo sanitario”.
“Negli ultimi giorni sono aumentati i ricoveri e questo è dovuto all’allentamento delle misure anti-Covid arrivato 4-5 settimane fa – prosegue -. La maggior parte dei contagi in età pediatrica avviene in contesto familiare e abbiamo una media di 45/50 ricoveri al mese”.
Tra i piccoli pazienti, c’è un neonato in rianimazione: “E’ il primo che capita nel nostro centro dall’inizio della pandemia – spiega il primario -. Si tratta di un bambino nato con una forma di prematurità lieve e stiamo facendo accertamenti per verificare se ci sia nel piccolo una qualche patologia pregressa”.
E per quanto riguarda i vaccini non ha dubbi: “Sono indispensabili anche in età pediatrica. Io sono assolutamente d’accordo sulla scelta che è stata fatta di vaccinare prima gli anziani e le categorie più a rischio. Non sarebbe etico pensare di immunizzare i bambini prima delle categorie fragili, ma nel momento in cui sia accertato il profilo di sicurezza dei sieri, non si può pensare, dopo l’estate, di non vaccinare anche i piccoli”.
“In ogni caso – conclude – noi abbiamo già iniziato la campagna vaccinale sui bambini a rischio per comorbidità”.
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