Si riaccende lo scontro tra il Regno Unito e l’Unione europea sui vaccini contro il coronavirus. Dopo che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha accusato Londra di aver bloccato l’esportazione delle dosi, il premier britannico Boris Johnson ha negato le affermazioni e Londra ha convocato l’alto diplomatico Ue per fare luce sulla vicenda. “Sia chiaro: non abbiamo bloccato l’esportazione di un singolo vaccino contro il Covid-19 o di componenti”, ha detto Johnson al question time della Camera dei Comuni, “il governo si oppone al nazionalismo dei vaccini”. Il premier ha poi elogiato la campagna vaccinale britannica che sta procedendo molto più rapidamente di quella europea. Uno smacco a Bruxelles, dopo che Londra ha abbandonato il blocco. Finora il Regno Unito ha somministrato le dosi a circa il 35% della sua popolazione adulta, mentre l’Ue è ferma al 9,5%. La lentezza europea ha portato diversi Paesi a stipulare accordi separati con Stati esteri. L’Ungheria è stato il primo paese ad autorizzare l’utilizzo dello Sputnik V e del siero della cinese Sinopharm. E il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel ha discusso telefonicamente con Putin della possibilità di acquistare il siero russo.
Nei giorni scorsi l’Ue è stata al centro delle critiche anche per il meccanismo di stop all’export usato dall’Italia per bloccare la spedizione di circa 250mila dosi all’Australia. Nonostante questo, secondo quanto riporta il New York Times, il Vecchio continente a febbraio ha consegnato 25 milioni di dosi prodotte sul suo territorio in 31 Paesi in tutto il mondo. E il primo beneficiario è stato proprio il Regno Unito ,che ne ha ricevute oltre 8 milioni, seguito da Canada (oltre 3 milioni) e Messico (quasi 2,5 milioni).
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il raggiungimento di un accordo con BioNTech/Pfizer per la fornitura di ulteriori quattro milioni di dosi destinate agli Stati membri nelle prossime due settimane. “Per affrontare le varianti aggressive del virus e per migliorare la situazione nei punti critici, è necessaria un’azione rapida e decisa”, ha detto la politica tedesca.
Anche gli Usa stanno rafforzando le scorte di vaccini. Il presidente Joe Biden ha ordinato altre 100 milioni di dosi del siero Johnson&Johnson, che si aggiungono ai 100 milioni già acquistati che dovrebbero arrivare entro la fine di giugno. Il Congresso ha dato poi il via libera al massiccio piano da 1.900 miliardi di dollari per aiutare il Paese a superare la crisi sanitaria ed economica generata dal Covid-19.