Vaccini, la campagna riparte e punta al cambio passo. Si teme ‘paura’ AstraZeneca

Alle incognite legate alle consegne, che dal 27 dicembre a oggi hanno subito tagli quasi costanti, si aggiunge l'ondata di paura legata alle notizie diffuse nei giorni scorsi sul siero anglo-svedese, sul quale al momento si basa gran parte della campagna vaccinale

La campagna vaccinale riparte dopo lo stop ad AstraZeneca e, con tre vaccini già in campo e il quarto in arrivo, l’obiettivo è salutare la primavera con un vero cambio di passo.
Il blocco degli ultimi 4 giorni è stato stimato dall’ufficio del commissario Figliuolo in 200 mila somministrazioni in meno da recuperare entro la fine di marzo, mentre le Regioni puntano a ingranare una nuova marcia negli hub vaccinali, forti del potenziamento delle consegne che dovrebbe scattare nel secondo trimestre dell’anno.

Con il virus che continua a correre spinto dalle varianti, l’Rt medio nazionale fermo sull’1.16 e 11 tra Regioni e province autonome sul livello di allerta epidemiologico più alto, l’obiettivo non può che frenare i contagi e accelerare le immunizzazioni: “Dobbiamo raddoppiarle in breve”, evidenzia il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza.

Mentre la struttura commissariale coordina la distribuzione delle fiale, alle Regioni il compito di velocizzare la macchina, nella speranza che non ci siano nuove battute di arresto.

Alle incognite legate alle consegne, che dal 27 dicembre a oggi hanno subito tagli quasi costanti, si aggiunge l’ondata di paura legata alle notizie diffuse nei giorni scorsi sul siero anglo-svedese, sul quale al momento si basa gran parte della campagna vaccinale. “È chiaro che quanto accaduto in questi giorni con AstraZeneca, e lo vedo dalle risposte ai sondaggi, ha aumentato il dubbio e le perplessità rispetto a quel vaccino – afferma Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia-Romagna -, ma non possiamo far altro che affidarci alla scienza”.
I vaccini, sottolinea Bonaccini, sono l’unica vera arma “per uscire dal tunnel” e “ci auguriamo che, questa volta, le multinazionali, che hanno avuto un comportamento vergognoso nelle settimane scorse, perché hanno ridotto le dosi, mantengano gli impegni presi”.

Intanto un aiuto alla campagna arriva anche da Confindustria, con oltre 7.000 imprese che in soli nove giorni hanno aderito alla mappatura delle aziende pronte a vaccinare i propri dipendenti.
E nella battaglia al Covid-19 buone notizie le dà lo Spallanzani di Roma che avvia la somministrazione degli anticorpi monoclonali secondo il programma del ministero della Salute. “Tali farmaci – spiega la direzione sanitaria – saranno somministrati a persone con diagnosi di Covid-19, in fase iniziale di malattia che non necessitano di ricovero in ospedale, ma con particolari condizioni di aumentato rischio di peggioramento clinico”.