Il premier chiede di spingere sulla distribuzione e coordinare le Regioni

Prima l’incontro con il commissario all’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, e il capo della protezione civile, Francesco Curcio. Poi quello con la ministra agli Affari Regionali Maria Stella Gelmini. Il premier Mario Draghi ha dedicato gran parte del lunedì a fare il punto sul piano vaccinale che bisogna mettere a pieno regime nel più breve tempo possibile per raggiungere l’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno entro aprile. A preoccupare, dopo lo stop di Astrazeneca – che però, viene fatto notare, è stato in gran parte recuperato – è il discorso dell’approvvigionamento dei farmaci, soprattutto la differenza da un territorio all’altro nella copertura della popolazione ad agitare gli animi del governo.

Al primo problema, ha assicurato il generale Figliuolo, si risponderà già entro le prossime 24 ore, con la distribuzione nelle varie Regioni, interessando 214 strutture sanitarie di circa un milione di dosi del vaccino Pfizer. Il tema delle forniture dei vaccini sarà anche al tavolo del Consiglio Ue di giovedì e venerdì, dove Draghi ripeterà quanto già detto nella riunione di febbraio: contro le aziende inadempienti servono “azioni forti”, una strada che l’Italia ha già intrapreso e che intende continuare a percorrere. Ma non solo: bisogna valutare ogni strada possibile e muoversi in maniera compatta in Europa, certo. Ma “qui si tratta della salute, se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio”, ha avvisato in conferenza stampa venerdì scorso, commentando le parole di Merkel sul farmaco russo. Parole con cui, ha ammesso il premier, si trova assolutamente d’accordo: se l’Ue proseguirà vagliando Sputnik bene, altrimenti “si procederà in un altro modo”. Sul tema Draghi, in vista del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì sente anche il Presidente del Governo di Spagna, Pedro Sanchez.

L’altro nodo è quello delle Regioni, e Draghi l’ha affrontato ancora nel pomeriggio con la ministra competente, Maria Stella Gelmini, con cui ha fatto un punto preliminare sulle “soluzioni che concorreranno a rafforzare la collaborazione e il coordinamento con le Regioni impegnate a dare tempestiva attuazione al nuovo Piano vaccinale” L’ipotesi cui si sta lavorando è quello di mettere in piedi delle ‘task force regionali’ composte da uomini della Difesa e della protezione civile per affiancare il personale delle Regioni. Nel decreto sostegno ci sono risorse per il potenziamento del piano vaccinale: 1,38 miliardi destinati al consolidamento del piano vaccinale, la gestione dell’emergenza e e attività correlate” e assegnati direttamente al commissario straordinario all’emergenza e alla protezione civile. E poi un fondo da 2,8 miliardi di cui 2,1 per l’acquisto di vaccini e 700mila per farmaci anti Covid.

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