Covid, vaccini, ma anche il rapporto con gli Usa, la situazione nel Mediterraneo orientale e la Turchia, le relazioni con la Russia e il ruolo internazionale dell’euro. C’è molto sul tavolo dei leader europei che si vedranno – in videoconferenza – domani e venerdì. Per il premier Mario Draghi è la seconda volta, dopo l’esordio alla riunione straordinaria di febbraio. Allora, Draghi aveva spronato i colleghi ad accelerare sulle vaccinazioni, privilegiando le prime dosi, e ad adottare un approccio duro con le aziende inadempienti. Un messaggio che ribadirà ancora: bisogna essere pronti a sanzionare chi è inadempiente e se serve bloccare le esportazioni; ma anche essere pronti alla sostituzione dei vaccini mancanti. La pandemia “rende evidente l’opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa”, esorta Draghi che ne parla come della prima “autonomia strategica” ed esorta a ” costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall’esterno”.
La delusione dei cittadini europei per come è stata condotta finora la campagna vaccinale, è il ragionamento del premier italiano, è evidente, così come il cambio di passo con il Commissario che “è bravissimo e i risultati si stanno cominciando a vedere”. Ma, Draghi lo ha detto più volte e lo ripeterà ancora ai suoi colleghi, l’obiettivo del governo è vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile e questo significa sì una logistica efficiente e libera da vincoli burocratici, ma anche forniture adeguate. E dunque se il coordinamento europeo va sempre cercato e anzi va rafforzato, “se non funziona in questi momenti drammatici, dove il tempo è estremamente prezioso, occorre anche trovare delle risposte da soli”, avverte il premier. Insomma, o si procede tutti insieme rapidamente oppure l’Italia – come la Germania di Angela Merkel con cui sul punto Draghi è allineato – è pronta ad andare per sé, a partire da Sputnik. Quanto al passaporto vaccinale, “la libertà di movimento deve andare di pari passo con la garanzia della salute” ma “occorre raggiungere questo obiettivo senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei”.
Sul fronte della politica fondamentale momento cruciale sarà sicuramente la partecipazione di Biden alla videocall di giovedì pomeriggio, che per Draghi “conferma la reciproca volontà di imprimere, dopo un lungo periodo, nuovo slancio alle relazioni fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti”. Al centro della discussione, come spiegato dalla Casa Bianca, covid e lotta al cambiamento climatico, ma anche “gli interessi condivisi in politica estera a partire da Cina e Russia”. I leader discuteranno della situazione nel Mediterraneo orientale: l’alto rappresentante e la Commissione dovrebbero presentare un rapporto sulle relazioni UE-Turchia a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020. L’Ue, ribadirà Draghi, deve lavorare “a proposte concrete” per favorire “una dinamica costruttiva” sulle migrazioni, sulla lotta al terrorismo, sull’unione doganale. “Ho esaminato ieri con il Presidente Erdogan l’importanza di evitare iniziative divisive e l’esigenza di rispettare i diritti umani”, avverte Draghi, secondo cui “l’abbandono turco della Convenzione di Istanbul rappresenta un grave passo indietro”. E ancora, le questioni economiche: se la revisione del patto di stabilità non è all’ordine del giorno, il premier italiano spingerà per la web tax: serve una soluzione globale e consensuale entro metà 2021.