Il direttore Malattie infettive ospedale di Bisceglie: "Elevata sicurezza e immunogenicità del preparato"
(LaPresse) È partita in Puglia la sperimentazione su base volontaria del vaccino italiano anti Covid Reithera: i centri individuati sono l’ospedale di Bisceglie (Bat), sin dalla prima ondata struttura Covid, e il Policlinico di Foggia, inseriti nella lista dei 26 siti in Italia coinvolti nella sperimentazione del vaccino. Già dalle prime ore di apertura delle candidature, sono arrivate 70 richieste all’indirizzo mail vaccino.reithera@aslbat.it che sarà attivo sino al prossimo 2 aprile. La sperimentazione tra Foggia e Bisceglie coinvolgerà sino a un massimo di 60 volontari, ai quali sarà riconosciuto un compenso pari a 800 euro, a fronte di un bacino su scala nazionale di 900 persone. “Ci auguriamo che la partecipazione sia legata alla volontà di contribuire alla ricerca scientifica”, dicono dalla Asl di Barletta-Andria-Trani. “Per la candidatura è necessario avere 18 anni e non essere in gravidanza”, proseguono. “Possono candidarsi anche coloro i quali hanno patologie stabili e croniche. In ogni caso, ci sarà una valutazione preventiva”. Si parte con i primi quattro volontari che si sono candidati: saranno sottoposti ad analisi del sangue, tampone e prima somministrazione. A ciascuno sarà consegnato un kit che serve per il monitoraggio delle condizioni di salute, partendo dalla misurazione della temperatura corporea. “La prima fase si è conclusa dimostrando un’elevata sicurezza e immunogenicità del preparato”, dice a LaPresse il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Bisceglie, Sergio Carbonara, impegnato assieme al dottor Sergio Caputo del Policlinico di Bisceglie. “Con la sperimentazione entriamo nella seconda fase, sperimentazione al buio e a random: i volontari saranno assegnati casualmente a tre braccia della ricerca. A un terzo sarà somministrata in un’unica soluzione il farmaco, a un terzo metà dose del farmaco e placebo e infine a un terzo solo placebo, cioè soluzione fisiologica”, spiega Carbonara. Per la seconda somministrazione è previsto un periodo di tempo pari a tre settimane.
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