La seconda dose dei vaccini m-Rna Pfizer e Moderna “può essere ritardabile fino a 90″ giorni. Il presidente di Aifa, Giorgio Palu, lo spiega in audizione davanti alla commissione Sanità del Senato. Un ragionamento che è frutto di alcuni studi britannici dai quali emerge come la risposta che si avrebbe nel richiamo a quella distanza di tempo sarebbe “ancora più forte“.
In Italia, al momento, si è deciso per il prolungamento di 2-3 settimane (da 21 a 35-42 giorni) rispetto a quanto stabilito all’inizio. Una decisione – spiega Palù – presa per motivi “scientifici ma anche pratici”. Una volta stabilito che l’allungamento del richiamo non ha implicazioni sulla risposta anticorpale si è fatto di necessità virtù. Questo slittamento infatti permette di avere “3 milioni di dosi in più per coprire la fascia più esposta dei 60-69 anni”. Una dilazione che pure il dg dell’Agenzia nazionale del Farmaco, Nicola Magrini, reputa “accettabile e preferibile”. Anche perché, come sottolineato dal presidente del Css, Franco Locatelli, “in uno scenario in cui vi è ancora necessità di coprire un elevato numero di soggetti è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero di persone nel minor tempo possibile”. E in merito all’allungamento delle tempistiche della seconda dose il Tar del Lazio ha respinto l’istanza cautelare urgente di alcuni cittadini che la lamentavano la positicipazione della seconda dose di vaccino Pfizer da 21 a 35 giorni.
Con uno scenario futuro tutto ancora da definire gli scienziati non escludono che si possa dover ricorrere a una terza dose. “E’ assolutamente ragionevole che debba essere fatta – sottolinea il presidente del Css Franco Locatelli – al momento non è compiutamente stimabile quando dovrà essere raccomandata. Si può pensare che si vada dai 10 mesi in più”.
Un tema che si intreccia con quello della durata del pass vaccinale. Nel governo si ragiona sul suo allungamento almeno fino a nove mesi. Una notizia confermata dal presidente della Federazione nazionale dell’ordine dei medici Filippo Anelli in attesi che entri in gazzetta ufficiale. I primi a beneficiarne infatti saranno proprio gli operatori sanitari, i pionieri della vaccinazione. In attesa che la scienza possa “accumulare maggiori dati” per definire la durata della copertura. All’interno dell’esecutivo c’è chi si spinge ancora oltre. E’ il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ipotizza l’estensione a un anno “ma solo per quelli che hanno completato il ciclo vaccinale”.
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