Silb Umbia Concommercio: "Il nostro settore è chiuso dall'anno scorso"

Proteste da parte dei gestori delle discoteche in tutta Italia: nel nostro Paese manca una data per la riapertura. In molti lamentano che in tanti Paesi le discoteche hanno già potuto riaprire mentre in Italia il problema è rimandato. “La chiusura delle discoteche non è più tollerabile, pensiamo alla riapertura dei locali con green pass e capienza ridotta” ha detto a LaPresse Enzo Muscinelli, presidente di Silb Umbria Confcommercio, che questa mattina ha guidato una delegazione di imprenditori umbri nel presidio di protesta di fronte alla sede Rai di Perugia. La manifestazione, avvenuta in contemporanea in altre dodici regioni italiane, è stata organizzata per protestare contro le mancate riaperture delle discoteche e sale da ballo. “Il nostro settore – ha sottolineato Muscinelli – è chiuso per decreto dal febbraio dell’anno scorso, una chiusura prolungata che ha azzerato il fatturato delle imprese e messo in crisi, in Umbria, un migliaio di posti di lavoro. Chiediamo che ci vengano date risposte certe sulle possibili riaperture, in modo da capire gli scenari e poterci organizzare”. Gli imprenditori del settore hanno portato le loro proposte sui tavoli del governo e attendono un confronto. “Ci era stato promesso che il Cdm di venerdì scorso si sarebbe occupato della nostra situazione, ma la riflessione sul tema è stata ancora posticipata. Ci auspichiamo che l’esecutivo affronti la questione prima possibile. Siamo disposti a ragionare anche su una riduzione della capienza dei locali, ma è importante capire la percentuale. In Umbria ci sono diversi locali di dimensioni ridotte, per cui ridurre eccessivamente gli ingressi rischia di non permettere a questi locali di riaprire”, ha aggiunto Muscinelli.
“A oggi non c’è ancora una data per la riapertura delle discoteche ed è assurdo: di fatto il governo, con questa non decisione, favorisce l’abusivismo”. Lo dice a LaPresse il proprietario della discoteca Divinae Follie Df Disco di Bisceglie (Bat), Roberto Maggialetti, uno fra i primi a candidare la sua struttura, 4 piani per 6mila metri quadrati, nata negli anni Novanta, per l’apertura come test su scala nazionale, seguendo un protocollo di sicurezza. “Ci sono feste e serate ovunque a discapito delle aziende e dei professionisti del settore che sono nelle condizioni di far ballare e divertire, garantendo ingressi in sicurezza e tracciamento successivo”, prosegue. “In pratica, una situazione paradossale, tutta italiana”, conclude Maggialetti.
La protesta si allarga
Anche i gestori di cinema e discoteche del Trentino sono sul piede di guerra. I primi hanno deciso lo sciopero dei film contro l’ordinanza 77 della Provincia di Trento che, unica in Italia, stabilisce la capienza al 50 per cento delle sale cinematografiche ed accesso con green pass o tampone negativo nelle 48 ore precedenti; i secondi perché il governo tentenna sulle modalità di riapertura e invocano un’azione forte da parte dell’amministrazione autonoma. Sul fronte cinema, il provvedimento firmato dal presidente Maurizio Fugatti non è piaciuto agli alleati di governo di Fratelli d’Italia che, per bocca della consigliera provinciale Alessia Ambrosi, parlano di “ingiustificabile discrepanza con il resto d’Italia, dove il certificato verde non è richiesto per cinema e teatri. Si tratta di un’ordinanza gravemente discriminatoria che va a colpire senza alcuna motivazione logica lo spettacolo rispetto, ad esempio, a ristoranti e bar in cui il green pass non è obbligatorio”. I gestori e proprietari di discoteche, a fronte di un via libera che ancora non arriva, si sono riuniti in assemblea. “E’ una situazione tragica, siamo rovinati. Tanto più che gli aiuti sono stati nettamente insufficienti – dice Martina Morosi, presidente del sindacato provinciale locali da ballo -. Il fatturato non c’è più, è stato bruciato dalla pandemia. Le trenta discoteche del Trentino sono in ginocchio, così come i circa mille addetti che sono a casa da 17 mesi”.
“Bigottismo su discoteche”
“Siamo in attesa che esca il decreto. Per adesso si continua con la formula degli aperitivi. È un’assurdità che non esca il decreto”. Lo spiega a LaPresse, Umberto Frenna, titolare dell’Arenile, noto locale e discoteca di Coroglio. “Si è deciso di far entrare nei locali solo i vaccinati – spiega Frenna -. E allora perché rinviare ancora mentre le aziende stanno fallendo e tutto l’abusivismo cresce intorno? Credo che il problema sia il solito bigottismo dilagante con il quale demonizzano le discoteche, visti come luoghi di perdizione”.
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