Il tasso di positività in leggero calo all'1,3%. La Sardegna corre ai ripari e valuta una nuova stretta sui controlli per gli arrivi sull'isola

 Continua a salire la curva dei contagi mentre la Sardegna corre ai ripari e valuta una nuova stretta sui controlli per gli arrivi sull’isola. Sono 3.121 i nuovi casi positivi accertati nelle ultime 24 ore a fronte di 244.797 tamponi, tra antigenici e molecolari processati. Il tasso di positività si attesta all’1,3%, in riduzione di un decimale (-0,1%) rispetto al giorno precedente. Sono 13 le vittime e 9 i nuovi ingressi in terapia intensiva, secondo quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute sull’andamento della pandemia. Il totale dei ricoverati in area critica è di 162 pazienti, 1 in più rispetto a ieri. In aumento anche i ricoverati con sintomi: sono 23 in più per un totale di 1.111 pazienti in area non critica. In Sardegna, il presidente Christian Solinas valuta di reintrodurre i controlli negli scali aeroportuali. “Ripristiniamo un’intensificazione dei controlli rispetto agli arrivi dai Paesi che, in questo momento, hanno il più alto tasso di incidenza di casi dovuti alla variante Delta – ha detto Solinas -. Ancora una volta la Sardegna dovrà provvedere da sé. Questi controlli si sarebbero dovuti svolgere alla fonte, cioè agli imbarchi prima della partenza. Avevamo chiesto allo Stato e all’Europa semplicemente di richiedere un controllo del Geen pass e della condizione di negatività insieme al biglietto di viaggio. Invece ci ritroviamo, purtroppo, a dover intervenire direttamente”. “Attualmente la situazione è sotto controllo – precisa – fortunatamente le ospedalizzazioni sono basse”. E sono visibili gli effetti della campagna vaccinale: “Le positività non sono proporzionali alle ospedalizzazioni, il che significa che il dato rilevante non può più essere solo quello della rilevazione di un caso, ma bisogna anche capire quale sia poi il decorso e la sintomatologia di questa positività”.Per arrestare l’avanzata del virus e la diffusione della variante Delta, spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata di Roma, “va fatta una grande attività di tracciamento e ridotta al massimo la circolazione del virus”, che si diffonde soprattutto tra i giovani, “i meno vaccinati”. “Le somministrazioni sono andate avanti per classi di età e sono quelli che si spostano di più. Soffrono meno la violenza del virus ma possono portarlo nelle case e trasmetterlo ai più fragili: ci sono ancora 2,4 milioni di over 60 non vaccinati”.Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chiede che si cambino i parametri. “Se non cambiano, rischiamo di subire il passaggio da zona bianca a gialla. Da virtuosi diventiamo la pecora nera – afferma -. Per me in zona bianca deve valere un solo parametro: il tasso di occupazione dei posti letto per Covid negli ospedali. Nulla di più. E quindi va eliminato anche il calcolo dell’RT”. 

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