Matteo Salvini salva la stagione turistica ma perde la battaglia contro il certificato verde

Le nuove regole del Green pass passano il vaglio del Cdm senza grossi scossoni. Il decreto legge riceve l’ok di tutti i ministri anche con il benestare della Lega (soddisfatta a metà). Mario Draghi – riferiscono diverse fonti della maggioranza – sia in cabina di regia che durante la riunione, ha fatto “un capolavoro”. Nessuna resa dei conti, nessuno scontro e soprattutto nessun assalto alla tenuta dell’esecutivo, con rivendicazioni e soprattutto, “proclami per piazzare bandierine”.

“Se guardiamo indietro, ai primi sei mesi dell’attività del Governo, si deve riconoscere che abbiamo lavorato abbastanza bene e di questo voglio ringraziare voi ministri e il sottosegretario Garofoli”, dice il premier chiudendo il Cdm. Draghi sottolinea come l’esame delle misure anti Covid e il confronto sulla campagna vaccinale siano avvenuti in un’atmosfera ben diversa da quella che caratterizzava le riunioni a marzo. “Con cautela e allo stesso tempo con coraggio siamo andati incontro alle esigenze dell’economia e siamo riusciti a tenere sotto controllo la curva del contagio”, insiste l’ex presidente Bce, con l’obiettivo di tenere insieme le due anime della maggioranza che lo sostiene.

Non tutti, però, esultano. Mancano infatti a fine giornata i ‘fuochi d’artificio’ del leader Matteo Salvini, che salva la stagione turistica, ma perde la sua battaglia contro il certificato verde. Ed è subito chiaro che in casa Lega il risultato non è esaltante. Ad alzare la voce chi, solo qualche settimana fa, è sceso in piazza con i No-vax e contro il green pass. “Cari amici, il decreto se confermato è intollerabile”, scrive Claudio Borghi, deputato del Carroccio. “Non sarà certo l’aver salvato le colazioni negli alberghi a compensare oscenità come la mancata esenzione per i minorenni e l’obbligo per la scuola e per gli studenti.Ho fatto il possibile ma ho perso. Mi scuso con tutti voi”, attacca sui social, mettendo in evidenza come la Lega sta cominciando a soffrire il dualismo tra il suo essere contemporaneamente di piazza e di governo.

Tra le mura di palazzo Chigi è infatti ancora viva la sfibrante mediazione con i 5stelle sul disegno di legge di riforma del processo penale e il premier, sul green pass, non ha voluto ripetere l’esperienza. Per questo, trapela, l’ex capo della Bce ha tessuto la trama dell’accordo già nei giorni scorsi per arrivare a chiudere il provvedimento senza strappi o travagli interni al governo. Draghi rivendica il lavoro fatto e snocciola i provvedimenti sin qui portati a casa. “Questi risultati devono spronarci a continuare con la stessa determinazione quando torneremo dalla pausa estiva, perché sono ancora molti i provvedimenti che abbiamo in programma”, conclude prima di augurare “buone vacanze” ai ministri.

Certo le premesse per la giornata di oggi non erano delle migliore. Ad aver alzato la posta ieri la Lega, che aveva servito come antipasto del suo dissenso al certificato verde la pioggia di emendamenti (916) al dl green pass all’esame della Camera. Poi cinque punti reputati “di buonsenso”, su cui poi si è aperta la trattativa. Le richieste del partito vengono difese dal titolare del Turismo, Massimiliano Garavaglia, in videcollegamento dal ministero e in sostituzione del collega Giancarlo Giorgetti, impegnato a Trieste con il G20. Una notte che evidentemente ha portato consiglio, visto che nella cabina di regia della mattina si entra praticamente con l’accordo in tasca. Matteo Salvini anticipa infatti le richieste che il Carroccio porterà in Cdm, riducendo di gran lunga i desiderata del giorno prima: “Nessun Green Pass o limitazione per colazioni, pranzi e cene in albergo per i clienti delle strutture; nessun Green Pass o limitazione (almeno per tutto agosto) per i mezzi di trasporto, treni, autobus, navi ed aerei; garanzia di scuola in presenza per tutti i bambini, nessuno escluso”. E così è stato.

Sui trasporti a lunga percorrenza, come treni, aerei e navi, la Lega ottiene il rinvio dell’obbligo del green pass al primo settembre. La discussione si era aperta con la spinta da parte del ministro Roberto Speranza, di anticipare almeno di una settimana, ma di fronte all’impossibilità tecnica di predisporre i controlli agli imbarchi in pochi tempo, il titolare della Salute ha dovuto retrocedere. Non passa l’autocertificazione per i clienti di bar e ristoranti al chiusi, mentre la Lega porta casa l’esenzione del certificato per i clienti degli hotel che usufruiscono del bar e del ristorante interno. Soddisfatto il partito di Matteo Salvini anche per l’introduzione dei test salivari nelle scuole, con l’introduzione dei prezzi ribassati dei tamponi a 8 euro per i minori. “Rispettato il principio di prudenza e raziocinio”, fanno sapere da via Bellerio. Il green pass tuttavia resta lo strumento essenziale per la lotta al Covid e già tra i militanti leghisti si fanno sentire i maldipancia.

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