Corsa al Green pass. Alla vigilia dell’obbligo di presentazione del certificato verde nei luoghi di lavoro in un solo giorno (dati relativi al 13 ottobre) ne sono stati scaricati 533.186 mila. Di questi 188.924 mila per avvenuta vaccinazione, 4.847 per guarigione da covid e ben 369.415 dopo tampone. Dati che dimostrano come se da un lato l’introduzione del Green pass ha fatto aumentare le vaccinazioni, nel Lazio ad esempio si è registrato un incremento di un terzo delle somministrazioni, dall’altro sono cresciute a dismisura le richieste di test rapidi da effettuare in farmacia. Le stime della fondazione Gimbe parlano di 3,8 milioni di lavoratori non vaccinati. Dal 15 ottobre il fabbisogno settimanale stimato di tamponi antigenici rapidi è compreso tra 7,5 e 11,5 milioni. Un numero molto lontano dai 1,2 milioni effettuati nella settimana 6-12 ottobre. Per far fronte all’aumento dei fabbisogni di test, sottolinea ancora Gimbe, “è urgente sia ampliare il numero di farmacie e altre strutture autorizzate che aderiscono all’accordo che garantisce i test a prezzo calmierato, sia potenziare l’attività per aumentare il numero di tamponi”. Questo – spiegano dalla fondazione – a causa di un “consistente zoccolo duro” di lavoratori che non intende vaccinarsi volontariamente.
E anche dal punto di vista economico l’esborso sarà notevole. Nel report settimanale dell’Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica) si mette in luce come dal 15 ottobre la richiesta sarà di oltre 1.5 milioni di tamponi al giorno, per un costo giornaliero superiore ai 21 milioni di euro. Una spesa che, se sostenuta per 30 giorni, supera di gran lunga il fondo per i farmaci oncologici innovativi. E senza Green pass rimangono pure tanti lavoratori, in grande prevalenza stranieri, che si sono vaccinati con sieri al momento non riconosciuti da Ema (su tutti il russo Sputnik). “Credo che se una persona ha completato il ciclo con un vaccino approvato dall’ente regolatore del suo Paese debba avere il Green pass. Semplificherebbe le cose”, il pensiero a riguardo del virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr interpellato da LaPresse. E sembra essere proprio questa la linea che il ministero intende intraprendere. Dal lato della curva epidemiologica, infine, le notizie continuano ad essere confortanti. I casi giornalieri registrati sono 2668 con 40 decessi e un tasso di positività dello 0,8%. Prosegue pure il calo di ricoveri (-73) e terapie intensive (-8).