Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione: "La discontinuità è legittima ma non vanno smantellate le misure vigenti"

In vista delle prossime decisioni del nuovo governo sulla gestione della pandemia, è intervenuta la Fondazione Gimbe. La proposta di una pubblicazione settimanale del bollettino Covid in Italia “appare ragionevole, anche tenendo conto della notevole variabilità giornaliera nella trasmissione e pubblicazione dei dati. Non è chiaro se anche la trasmissione obbligatoria agli organismi internazionali (Oms, Ecdc) avverrà con cadenza settimanale” sottolinea in una nota il presidente Nino Cartabellotta.

“In ogni caso è fondamentale mantenere l’aggiornamento quotidiano dei dati Covid e della campagna vaccinale e garantirne accesso trasparente ai ricercatori per analisi e studi indipendenti”. “L’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie è fondamentale sia per proteggere professionisti e operatori sanitari – evitando di decimare ulteriormente il personale con assenze per malattia – sia soprattutto per tutelare la salute dei pazienti, in particolare quelli anziani e fragili”.

All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, sottolinea la Fondazione, alcune misure sulla gestione della pandemia Covid-19 che, “se da un lato mirano a segnare una discontinuità politica, dall’altro devono essere adeguatamente ponderate, tenendo conto sia dell’impatto sulla salute pubblica, sia delle raccomandazioni degli organismi internazionali”. “Indubbiamente – dichiara Cartabellotta – con l’evoluzione delle varianti e la protezione conferita dalla vaccinazione sulle forme gravi, la malattia Covid-19 oggi non è più quella del 2020-2021. Tuttavia, la pandemia è ancora in corso e sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie invitano tutti i Paesi ad essere preparati (preparedness) e pronti (readiness), visto l’imminente arrivo della variante Cerberus e l’imprevedibilità degli scenari a medio-lungo termine”.

Obbligo mascherine in ospedale

L’idea di abolire l’obbligo nazionale per poi reintrodurlo legittimamente a livello regionale o dei singoli ospedali e Rsa genererebbe disorientamento dei cittadini, contestazioni rispetto alle disposizioni adottate nelle singole strutture sanitarie e aumento delle tensioni con il personale sanitari. Al contrario, secondo quanto riferito da Gimbe, l’obbligo delle mascherine in ospedale e nelle Rsa dovrebbe essere reso permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura. E l’utilizzo di questo dispositivo, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica, è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati“.

No a smantellamento misure

Lo stop alle multe per i no-vax over 50 che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale, sottolinea in una nota la Fondazione Gimbe, pur “non all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, è comunque circolata nei giorni scorsi ed è di una sospensione fino al 30 giugno 2023 delle multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale“.

Proposta irrilevante dal punto di vista sanitario – commenta il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – ma antiscientifica e fortemente diseducativa, visto che estende la ‘cultura della sanatoria’ anche alle disposizioni che hanno l’obiettivo di tutelare la salute pubblica”.

“La parola d’ordine ‘discontinuità’ – sottolinea – è assolutamente legittima in una repubblica democratica, ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare. Dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall’accelerazione della copertura con i richiami vaccinali, all’implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio. Al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi a un mero smantellamento delle misure in atto e a una vera e propria ‘amnistia’ nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica”.

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