Napoli, 14 giu. (LaPresse) – La guardia di finanza di Napoli ha scoperto un’organizzazione che sversava liquami nelle fogne e in terreni agricoli, anche del Parco nazionale del Vesuvio. L’indagine, durata tre anni e chiamata ‘Veleno’, ha permesso di smantellare una rete che quotidianamente “attentava alla salute pubblica”, come spiegano i finanzieri, perché trasportava i rifiuti non nei depuratori, come avrebbe dovuto, ma li smaltiva direttamente nelle fogne. Sette le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, delle quali 6 sono state eseguite.

In cella sono finiti cinque componenti di una famiglia di Cardito (Napoli) e due di Torre Annunnziata (Napoli e Trecase (Napoli) con l’accusa di traffico organizzato di rifiuti. In totale le persone indagate sono 60, tra le quali anche titolari di aziende che si servivano dell’organizzazione per sversare liquami a costi più bassi. Grazie a pedinamenti, appostamenti e sette sequestri, i finanzieri sono riusciti a dimostrare che il traffico non si è fermato ma è proseguito con cadenza quotidiana, sei giorni su sette, fino a maggio. Oltre ai liquami venivano illecitamente smaltiti anche scarti di lavorazioni artigiane e manifatturiere. Venti gli automezzi utilizzati per un giro d’affari da 10 milioni di euro e un volume di almeno 100mila tonnellate sversate in 3 anni. Tra le persone fermate ci sono anche alcune che hanno precedenti per armi e droga ma non sono legate alla criminalità organizzata. I beni sequestrati dai finanzieri ammontano a 4 milioni.

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