Perugia, 27 giu. (LaPresse/AP) – Rudy Guedè ha confermato oggi in aula a Perugia le sue precedenti dichiarazioni, affermando che ritiene Amanda Knox e Raffaele Sollecito gli assassini di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nella notte del primo novembre del 2007 a Perugia. La Knox, condannata in primo grado a 26 anni di carcere, si è detta “scioccata e angosciata” per la testimonianza. Con una dichiarazione spontanea pochi secondi dopo che Guedè ha lasciato l’aula di tribunale, la Knox si è alzata e ha detto: “Sa che non c’eravamo”, aggiungendo di non sapere cosa sia successo la notte dell’omicidio. Guedè nega ogni responsabilità nell’accaduto, pur ammettendo di essersi trovato sulla scena del delitto. È stato condannato a 16 anni di prigione dopo essere stato processato con il rito abbreviato, scelta che riduce automaticamente la pena.

Salendo sul banco dei testimoni, Guedè ha confermato il contenuto di una lettera che scrisse al suo avvocato lo scorso anno, che finiva con un’accusa diretta alla Knox e a Sollecito. Nella lettera, risalente a marzo 2010, che è stata letta in aula, Guedè scriveva di non aver niente a che fare con “l’orribile omicidio della splendida ed eccezionale Meredith Kercher, condotto dalla Knox e da Sollecito”. Questo, ha spiegato Guedè alla corte, “è un pensiero che ho sempre avuto in testa. Non tocca a me decidere chi abbia ucciso Meredith. Ho sempre detto chi c’era quella dannata notte in quella casa”.

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