Bologna, 2 ago. (LaPresse) – Tra polemiche e assenze anche quest’anno Bologna ha ricordato le vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980. A 31 anni dall’attentato le emozioni in piazza Medaglie d’oro sono ancora vive e cittadini di tutte le età non vogliono mancare nel fondamentale ricordo dei concittadini morti o rimasti feriti nell’esplosione. A differenza del governo, che invece non ha voluto partecipare. I primi a salire sul palcoscenico sono stati alcuni ragazzi che hanno letto una poesia scritta da Roberto Roversi per ricordare la strage, e ad ogni capoverso il gruppo di giovani ha risposto: “Mai più! Mai più! Mai più!”.

Alle 10.25 esatte, ora dell’esplosione, tre suoni hanno dato inizio al minuto di silenzio in onore delle vittime. Subito dopo un fischio del treno ha dato il via all’applauso della folla radunata in piazza. A salire sul palco per ricordare quella tragica giornata, ben nitida nei ricordi di chi l’ha vissuta, è Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage. Bolognesi non risparmi le critiche e punta il dito su tutti coloro che hanno preferito il silenzio alla verità ed hanno impedito lo svolgersi delle indagini. “Da sempre – ha detto alla folla – si cerca di inquinare i processi e sviare le indagini dalla pista neofascista. I responsabili materiale della strage sono stati condannati ma non hanno mai pagato per le atrocità commesse. E’ uno scandalo il trattamento privilegiato che hanno ricevuto dopo aver sempre taciuto sui mandanti. Sono stati premiati”. Bolognesi non risparmia neanche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, colpevole di aver premiato nella vicenda parentopoli neofascisti piazzandoli nelle aziende partecipate. Bolognesi critica anche il governo, che ha deciso di non partecipare alla commemorazione, definendo l’atteggiamento dell’esecutivo come una “strategia del silenzio”: “Ma noi vogliamo ricordare. Noi non dimentichiamo. Vogliamo i nomi dei mandanti”. Bolognesi punta il dito verso Berlusconi e le sue critiche ai magistrati: “Sono grazi gli attacchi alle istituzioni, soprattutto se arrivano da chi come Berlusconi ha fatto parte della loggia massonica P2”.

Dopo Bolognesi ha preso la parola il sindaco di Bologna Virginio Merola. Per lui si è trattato del primo intervento nella commemorazione della strage, dopo l’elezione del 16 maggio scorso, e l’emozione è stata evidente. Merola ha rivolto un saluto al sindaco di Bari, presente in piazza, città dalla quale provenivano 8 vittime della strage del 1981 e che per questo è gemellata con Bologna. Merola ha poi rivolto un saluto al popolo norvegese esprimendo il suo cordoglio per gli attentati di Oslo e Utoya. Un attacco al governo assente nella frase “Non capire quanto i bolognesi sentano questa giornata è non avere l’intelligenza del cuore. Dispiace e colpisce l’assenza del governo”.

La cerimonia si è conclusa fra gli applausi del pubblico, ma le celebrazioni continueranno tutta la giornata per concludersi questa sera con un grande concerto in piazza Maggiore.

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