Milano, 13 ott. (LaPresse) – Milano era la capitale morale d’Italia, oggi è la capitale della ‘ndrangheta. Si può sintetizzare con questa frase, pronunciata dalla voce narrante fuori campo a metà del film, il senso di ‘MM Mafia Milano’, presentato ieri sera, in anteprima, al cinema Apollo di Milano. Il desiderio di una città di rimuovere il proprio lato oscuro. “Milano, in questi ultimi 30 anni, non ha elaborato la propria autorappresentazione di città infiltrata dalle mafie”, spiega uno degli autori, Gianni Barbacetto, giornalista de Il fatto quotidiano e autore del libro, di recente uscita, ‘Le mani sulla città’. Il documentario, prodotto da Chiarelettere e Invisibile Film, racconta, con filmati di repertorio dell’Istituto Luce e del processo Cerberus, l’evoluzione della mafia nel capoluogo lombardo, dallo sbarco di cosa nostra, con Joe Adonis, negli anni ’60, all’omicidio Ambrosoli, collegato al banchiere Michele Sindona, al sequestro di Alessandra Sgarella, tenuta prigioniera dalla ‘ndrangheta a Buccinasco (Milano), all’infiltrazione capillare, nel territorio dell’hinterland milanese, della mafia calabrese, con il controllo del movimento terra, il traffico internazionale di cocaina e poi il salto di qualità, con i flirt col potere politico locale.
Quando la ‘ndrangheta decise di entrare nel giro degli appalti, aveva bisogno dell’appoggio, almeno, di un consigliere comunale, spiega, sempre, il film. Tra i brani originali, girati nel corso dell’ultimo anno, colpisce l’intervista a Josef Dioli, sindacalista che lavora all’ortomercato di Milano, altro regno della ‘ndrangheta per il riciclaggio di denaro sporco, con la copertura di cooperative fittizie, e il lavoro nero. Dioli, un uomo solo in un oceano di illegalità ha osato mettersi contro di loro, semplicemente facendo onestamente il suo lavoro e segnalando le irregolarità riscontrate.
Ha rimediato un pestaggio, la macchina bruciata, una croce con la vernice rossa sulla porta del suo ufficio e la casa incendiata. Il film ricorda che la ‘ndrangheta preferisce agire in silenzio, ma “c’è sempre una pallottola pronta e il fuoco per dare un avvertimento a chi sgarra”. Poi magistrati, l’ex sindaco di Buccinasco (Milano) e Nando Dalla Chiesa, chiamato, in questi giorni, a presiedere una delle due commissioni comunali antimafia meneghine, offrono, allo spettatore, un’analisi del contesto degli eventi. L’assessore alle Politiche sociali, del comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, nell’introdurre la proiezione ha spiegato: “Oggi si compie una cosa che, qualche anno fa, non si sarebbe, nemmeno, immaginata. C’è stata una rimozione collettiva e una rimozione dall’alto della città, di quanto le emergeva dentro”.
Oggi – ha proseguito – le istituzioni devono riscrivere una pagina radicalmente nuova. La legalità è una condizione per lo sviluppo positivo di Milano e non l’ossessione di chi lotta contro la mafia. La coerenza, sul piano dei comportamenti, è il principio di una nuova politica della legalità”. Il film apre una finestra su diversi scenari, invitando implicitamente lo spettatore ad aprire gli occhi su ciò che gli accade intorno. Il regista, Bruno Oliviero, alla domanda de LaPresse, se pensa che questo tipo di film possa essere un modo per informare i cittadini disamorati dell’informazione mainstream risponde di sì ma aggiunge che il sistema della comunicazione è molto rigido e che “è una questione di educazione”.
“All’Istituto Luce – continua – che faceva documentari, si sostituisce il Tg1 di Minzolini. Questo crea sospetto in che cos’è l’informazione e come è diretta, tanto che c’è questo vizio terribile di etichettarti ogni volta che parli di questioni delicate. Questo è un problema per chi riceve l’informazione. L’Italia è un Paese occupato, nelle sue istituzioni, dalla politica e, anche, dalla cattiva politica ma io credo che sia occupato dalla politica anche per quanto riguarda le questioni quotidiane, il modo in cui si ricevono le informazioni. C’è sempre la tentazione di dire ‘ma questo è di sinistra’, anche quando ci sono dati, fatti, elenchi di persone indagate. Io credo che questo sia un problema serio. Non mi sembra che la politica faccia qualcosa per evitare questo problema”.
Il film sarà in programmazione al cinema Anteo, dal 17 al 23 ottobre, distribuito dalle case produttrici Invisibile Film e Chiarelettere. “Questo film è nato per essere distribuito in dvd da Chiarelettere”, spiega la produttrice Gabriella Manfré, di Invisibile Film. “Il risultato finale di questo film – continua la Manfré – ci ha fatto decidere di provare a distribuirlo anche altrove. Per cui abbiamo trovato l’appoggio di Anteo e Apollo e abbiamo provato a distribuirlo, anche, nelle sale. E’ indubbio che proveremo a venderlo in televisione e a distribuirlo in altre città. A quel punto capiremo se sarà un film scomodo oppure no”.