Gorizia, 12 nov. (LaPresse) – Oltre una quarantina le querele presentate da clienti che si sono visti sfumare tra le mani le tanto agognate vacanze estive programmate in Italia o all’estero. Le denunce sono state raccolte dalle fiamme gialle di Monfalcone che hanno effettuato gli opportuni approfondimenti investigativi. Forte di una tradizione pluriennale, l’agenzia di viaggi contava tra le proprie fila numerosissimi clienti, non solo monfalconesi ma da tutta la provincia isontina. Nell’ultimo anno, il titolare ha deciso tuttavia di cambiare strategia: in pochissimi mesi aveva raccolto decine e decine di prenotazioni di pacchetti viaggio con destinazioni sia nazionali che estere, molto spesso di consistente valore, per poi consegnare nelle mani della fidata clientela improbabili ricevute di conferma prenotazione, a fronte di bonifici bancari o versamenti di denaro contante. Unico difetto della transazione consisteva nel fatto che le somme ricevute finivano direttamente nelle tasche del titolare piuttosto che indirizzate verso i tour operators destinatari delle prenotazioni; l’agenzia di viaggi, normalmente intermediaria tra concessionario del servizio e cliente acquirente, avrebbe avuto unico compito di veicolare i desideri dei propri clienti materializzandoli in prenotazioni telematiche dei servizi richiesti. Dopo aver incassato la somma, il quantum dovuto, decurtato della percentuale per il servizio di intermediazione, sarebbe dovuto essere stato versato nei conti dei diversi operatori turistici a conferma della richiesta di acquisto precedentemente effettuata. A seguito dell’esecuzione del sequestro preventivo delegato e delle connesse perquisizioni dei locali dell’agenzia finalizzati a riscontrare l’esatto stato delle cose, i finanzieri hanno proceduto alla ricostruzione di tutte le movimentazioni finanziarie in capo al titolare, nonché ad un’analisi approfondita di ogni condotta illecita adottata da quest’ultimo nei confronti dei diversi clienti truffati. E’ risultato pari a 100mila euro quanto sottratto ai canali ufficiali e proveniente dalle tasche dei clienti. L’attività di polizia giudiziaria si è conclusa con il deferimento del soggetto all’autorità giudiziaria per le ipotesi delittuose di truffa, appropriazione indebita, falsità in scrittura privata ed indebito utilizzo di mezzi di pagamento, mentre gli accertamenti di natura fiscale – tuttora in corso – in capo alla ditta individuale hanno consentito di scoprire che l’azienda non ha presentato la prevista dichiarazione annuale dei redditi per ben due periodi di imposta consecutivi, evadendo al fisco oltre 2 milioni di euro.
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