Grosseto, 27 gen. (LaPresse) – I rimborsi che la società Costa Crociere darà a ogni passeggero presente sulla nave Concordia, incagliata da due settimane esatte davanti all’isola del Giglio, assommano ad una cifra media di 3000 euro a passeggero e a un importo forfettario di 11mila euro a persona a titolo di indennizzo, a copertura di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, inclusi quelli legati alla perdita del bagaglio e degli effetti personali, al disagio psicologico patito e al danno da vacanza rovinata. La somma totale tra rimborsi e risarcimenti è pari quindi a 14.000 euro a passeggero, 11mila per i bambini che non pagavano il biglietto della crociera. E’ quanto è stato stabilito in seguito a una trattativa tra Costa Crociere e le associazioni nazionali dei consumatori che aderiscono al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, che si sono incontrate presso la sede di Astoi Confindustria Viaggi.
La proposta non riguarda le famiglie delle vittime e i passeggeri feriti, per i quali è stato necessario effettuare trattamenti sanitari in loco. Per loro l’indennizzo terrà conto della gravità del danno subito dai singoli individui. In accordo con le associazioni dei consumatori si sono stabilite le modalità di gestione delle pratiche di indennizzo, per le quali, nella sede di Genova di Costa, verranno istituite due unità operative interamente dedicate. Intanto proseguono le attività di ricerca dei dispersi, sotto il coordinamento della protezione civile di Grosseto, e le attività di preparazione per il pompaggio del carburante.
A tale proposito il capo del dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, nel corso della quotidiana conferenza stampa dall’isola del Giglio, ha reso noto che slitterà di qualche ora, forse a domenica, l’inizio delle operazioni di defueling, lo svuotamento dei serbatoi di carburante, operazione che, esattamente come la ricerca dei corpi, una volta iniziata sarà soggetta alle condizioni meteo marine, “per evitare possibili perdite di carburante”. In ogni caso sono già state fatte ipotesi di condizioni meteo marine estreme, in modo da essere preparati a qualunque evenienza, fa ancora sapere Gabrielli, che ha definito questa emergenza come “molto complessa: “Disastro ambientale, dispersi, assistenza alle famiglie: è un mix di casistiche”.
Il commissario straordinario ha anche voluto rispondere alle critiche ricevute da più parti: “Tutto è perfettibile – ha detto -. Io però credo che quello che oggi stiamo conseguendo è frutto dello scorrere del tempo. Di un lavoro sapiente, intelligente, che richiede grande rispetto per quelli che si sono impegnati”. Chiedersi se si sia andati troppo lenti è, ha concluso Gabrielli, “un’operazione piuttosto sterile. Anche se ci fossimo mossi più in fretta avremmo guadagnato forse 3-4 giorni, ma per svuotare i serbatoi ce ne vanno 28. Chi ha lavorato non è stato con le mani in mano”.
Notizie confortanti sono arrivate da Marcello Mossa Verre, responsabile dell’Arpat, che ha spiegato: “Mi vedete disteso perchè abbiamo avuto modo di pubblicare ieri sera i dati sui rilevamenti ambientali, non abbiamo allarmi. Per i materiali dispersi, avvistati e rinvenuti, collaboriamo con la struttura ministeriale per eventuali esami chimici”. Infine il direttore regionale dei vigili del fuoco della Toscana, Cosimo Pulito, ha reso noto che “i ponti 5, 6 e 7 sono già stati ispezionati e tra oggi e domani finiremo i ponti 8 e 9. Quindi saranno finite sia le cabine perimetrali che le cabine interne. Tra oggi e domani ci sarà maggiore attenzione al ponte 5 nel quale abbiamo avuto più difficoltà”.
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