Roma, 27 gen. (LaPresse) – Un’altra verità, quella dei periti della famiglia, è stata consegnata oggi alla corte d’Assise di Roma dove si sta celebrando il processo per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo romano morto nell’ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. Davanti al presidente della corte, Evelina Canali, sono stati ascoltati i professori Vittorio Fineschi, Giuseppe Guglielmi, Cristoforo Pomara, Luigi Vendemmiale e Gaetano Serviddio, come consulenti di parte civile. Per loro tutto iniziò con un trauma lombo-sacrale: quindi con pesanti fratture poi un precipitare delle condizioni che, in assenza di un adeguato piano diagnostico-terapeutico, portarono a un edema polmonare e al decesso. “La causa della morte – ha detto Fineschi – fu un edema polmonare in un soggetto con plurime fratture, alcune delle quali passate misconosciute dall’autopsia ed emerse dopo la riesumazione da noi richiesta”.
Proprio sulla frattura lombare e sulla sua collocazione temporale si è incentrata gran parte della relazione dei consulenti. “In corrispondenza della frattura lombare, all’interno – ha detto Pomara – c’era sangue: questo significa che era una frattura recente”. Tesi, questa, non compatibile con quella dei consulenti dei pm, per i quali quella frattura non sarebbe recente rispetto al momento della morte di Cucchi. “Sul corpo, poi – ha aggiunto Pomara – c’erano escoriazioni agli arti superiori, indici, secondo la letteratura medico-legale, di colluttazione e ripetitività traumatica; quelle sulle mani, anche indice di difesa”. Tutti i traumi, secondo il professor Fineschi “non sono compatibili con una caduta, ma hanno una genesi traumatica di tipo contundente, violenta. Non è possibile che un soggetto così giovane possa aver avuto quello che abbiamo visto dopo una caduta”. Soddisfatto l’avvocato di famiglia Fabio Anselmo che ha commentato: “In due udienze abbiamo finalmente dato la verita’ alla Corte d’Assise. In un solo colpo sono state cancellate le 17 udienze precedenti. La vera accusa in questo processo adesso siamo noi”.
Udienza difficile per i genitori di Stefano cbe hanno visto le immagini del corpo di Stefano tumefatto e sezionato durante l’autopsia. Immagini che, secondo quanto detto dai consulenti, dimostrerebbero che Stefano è morto a causa delle molteplici fratture presenti sul suo corpo: segni inequivocabili i lividi.
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