Roma, 5 lug. (LaPresse)- A undici anni dalla violenta irruzione nella scuola Diaz di Genova, durante il G8 del luglio 2001, oggi la Cassazione metterà la parola fine su uno dei processi più controversi degli ultimi anni. A emettere la sentenza i giudici della quinta sezione penale presieduti da Giuliana Ferrua. Ad attendere la loro sorte 25 imputati: tutti appartenenti ai vertici della polizia, tutti condannati in appello. Ci sono il capo del dipartimento centrale anticrimine Francesco Gratteri (4 anni nel processo di secondo grado), l’ex vicedirettore dell’Ucigos Giovanni Luperi (4 anni), il capo del servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi che allora era vice dello stesso servizio (3 anni e 8 mesi), Spartaco Mortola, ex dirigente della digos di Genova (3 anni e 8 mesi), Massimo Mazzoni, ex ispettore capo Sco (3 anni e 8 mesi). Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, fu condannato a quattro anni in primo grado e a cinque in appello.

Furono 60 i no global che, durante il blitz rimasero contusi e feriti, alcuni in maniera seria e permanente. Vennero picchiati anche due giornalisti, uno inglese, Mark Covell e l’altro italiano, Lorenzo Guadagnucci del ‘Resto del Carlino’. Il procuratore generale della corte di Cassazione, Pietro Gaeta, ha chiesto la conferma di tutte le condanne di secondo grado parlando di “violenza inaudita” e di “spirito di rivalsa”.

L’udienza si aprirà con l’arringa dell’ultimo difensore poi, in tarda mattinata, il collegio si ritirerà per decidere in camera di consiglio. Nessuno degli imputati rischia, se le condanne saranno confermate, di finire in carcere: tre anni di pena, infatti, sono condonati per effetto dell’indulto. Su tutti, però, grava la scure della pena accessoria dell’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, nonché le ripercussioni di carattere disciplinare: esiste, infatti, il rischio che, con una condanna definitiva, si possa arrivare alla sanzione più dura, quella della radiazione.

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