Caltanissetta, 13 ago. (LaPresse) – La Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta ha confiscato definitivamente beni per circa 10 milioni di euro a Marcello Orazio Sultano, 42 anni, di Gela, ritenuto personaggio di spicco dell’organizzazione di Cosa Nostra operante nella provincia di Caltanissetta e facente capo al boss Piddu Madonia. Il decreto di confisca è stato emesso dalla Corte di Appello di Caltasinetta. Oggetto del provvedimento sono quattro imprese nel settore delle costruzioni e della produzione di asfalti e bitumi dal valore complessivo di circa 10 milioni. Tra queste anche lo stabilimento di contrada Capodarso (Enna) della Sultano lavori S.r.l. che per più di un decennio ha operato, in regime di ‘esclusività’, nelle province di Caltanissetta ed Enna, nella fornitura e posa di asfalti bituminosi per appalti pubblici di opere stradali.

Le indagini della Dia hanno permesso di acquisire un imponente quadro probatorio nei confronti di Sultano, permettendo all’Autorità giudiziaria di affermare che “le attività economiche dello stesso dovevano ritenersi gestite con metodo mafioso che gli aveva consentito l’indebita acquisizione di posizioni di monopolio nel mercato o l’alterazione delle regole di concorrenza, così da potersi esse stesse definire imprese mafiose”. In particolare, sulla scorta delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Alberto Ferrauto, Aldo Riggi, Pietro Riggio e Carmelo Barbieri, gli investigatori hanno appurato che Sultano non era sottoposto ad estorsione ma era colluso, avendo stretto accordi non solo con la famiglia mafiosa di Caltanissetta, ma anche con altre organizzazioni criminali. Inoltre, l’impresa Sultano S.r.l. era un’impresa gradita alla famiglia di Caltanissetta che la “‘mponeva’ ad altre ditte per lavori di bitumatura, “con l’intenzione di creare una situazione di monopolio”. Infine, l’accordo con la famiglia di Caltanissetta era stato in particolare concluso con gli stessi Ferrauto e Riggio, con il consenso del capofamiglia nisseno Angelo Palermo.

Il decreto di confisca ha riguardato le seguenti imprese, operanti nel settore delle costruzioni di edifici, lavori di ingegneria civile e produzione di asfalti e bitumi: la società Sultano Lavori S.r.l. con sede a Gela e con stabilimento in contrada Capodarso, una quota societaria intestata a Sultano, pari al 20% del capitale sociale, della società La nuova montaggi S.r.l. con sede a Sannazzaro De’ Burgondi (Pavia), le sedi di Gela dell’impresa individuale Marcello Sultano e quattro conti correnti bancari e postali.

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