Bari, 25 ago. (LaPresse) – Confiscati beni mobili ed immobili per un valore di 2 milioni di euro ai fratelli Emanuele e Giuseppe Lapenna, di 39 e 38 anni, pluripregiudicati di Andria (Bari) appartenenti al clan Campanale. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della compagnia di Andria (Ba) a conclusione di una più ampia indagine patrimoniale, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Bari. Emanuele Lapenna è consuocero del boss Riccardo Campanale, quest’ultimo esponente storico del clan Pastore. Le indagini hanno fatto emergere che i due fratelli Lapenna avevano intestato ai loro familiari più stretti e a prestanome di fiducia le proprietà che venivano acquistate, secondo le risultanze investigative, con i proventi del traffico delle sostanze stupefacenti.

Beni mobili ed immobili, già sottoposti a sequestro “anticipato” dagli stessi carabinieri nel mese di marzo dello scorso anno che, per gli investigatori, mai sarebbero potuti essere nella disponibilità di nuclei familiari che, per i redditi dichiarati, sono da considerarsi sulla soglia della povertà. Si tratta di tre ville di lusso (la prima di tre piani nel centro di Andria, la seconda con piscina in contrada Montevitolo, la terza comprensiva di stalle per cavalli nelle vicinanze di Castel del Monte tutte con arredi, elettrodomestici, impianti tecnologici, suppellettili di pregio, gioielli, monili in oro, orologi di pregio), due appartamenti, due appezzamenti di terreno per una superficie complessiva di circa 70 ettari, un autoparco in fase di realizzazione sulla Strada provinciale Andria-Barletta, otto auto-motoveicoli di grossa cilindrata e due mezzi agricoli speciali oltre a polizze assicurative e conti correnti bancari. Beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro.

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