L’Aquila, 5 set. (LaPresse) – Una truffa da 700mila euro, 43 indagati e un noto imprenditore edile finito in manette. E’ questo il bilancio di un’indagine della guardia di finanza sui lavori di ricostruzione gonfiati per il post terremoto. Il nucleo di polizia tributaria di L’Aquila, infatti, ha eseguito un’ordinanza emessa dal gip Giuseppe Romano Gargarella che dispone gli arresti domiciliari per C.C., anni 52. Contestualmente, sono stati sequestrati bene e denaro per un totale di 700mila euro. L’imprenditore deve rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato e reati di falso. L’indagine dei finanzieri aquilani, coordinata dal procuratore della Repubblica del capoluogo, Alfredo Rossini, e diretta dal pubblico ministero Antonietta Picardi, ha fatto luce su reiterate indebite percezioni di fondi pubblici nell’opera di ricostruzione di numerosi condomìni, ville e case, tutte a L’Aquila. Oltre all’ imprenditore, sono indagati diversi tecnici, per aver asseverato lavori mai eseguiti o eseguiti in forma diversa da quella reale, un amministratore di condominio e alcuni proprietari di abitazioni, beneficiari dell’aiuto di Stato, per un totale di 43 persone.
L’inchiesta è partita circa un anno e mezzo fa, proprio grazie a diverse denunce di cittadini terremotati che, a fronte della constatazione di lavori rendicontati in misura e maniera diversa dal reale, hanno deciso di rivolgersi alla magistratura ed alla guardia di finanza. L’arrestato, che risulta iscritto alla Camera di Commercio come ‘piccolo imprenditore’, titolare di ditta individuale artigiana, all’indomani del terremoto era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione – oltre 160 cantieri – tanto da risultare secondo solo ad un paio di note di società di capitali operanti nell’edilizia, nella classifica degli affidamenti. I finanzieri hanno esaminato accuratamente 73 pratiche di ricostruzione affidate all’imprenditore, (2 riguardanti immobili classificati ‘A’, 66 classificati ‘B’ e 5 con classifica ‘C’), rilevando per 58 di esse irregolarità e clamorose incongruenze, talvolta reiterate con caratteri di sistematicità anche per immobili del tutto diversi tra loro. Si è così scoperta la rendicontazione di ponteggi che, in realtà, non erano stati montati, attestazione di Stati di Avanzamento Lavori eseguiti laddove, invece, non erano ancora iniziati, false fatturazioni di prestazioni per l’esecuzione di opere edili e certificazioni di totale rifacimento di tetti, a fronte invece di limitati lavori di sistemazione.
In alcuni casi, più clamorosi, è stata rilevata l’incongruenza tra i costi asseritamente sostenuti per la copertura dei pavimenti a protezione dai lavori edili e la rendicontazione degli oneri di demolizione e rifacimento delle stesse pavimentazioni. Ancora, in altri casi, è stata riscontrata sia la fatturazione del rifacimento dell’intonaco e della ripulitura dei muri che, in stridente contraddizione, la fatturazione della demolizione dei medesimi. Infine, almeno in un caso, allegata alla pratica di finanziamento, è risultata inserita la documentazione fotografica tesa a comprovare l’utilizzo di ponteggi, riferibile ad un edificio diverso rispetto a quello interessato. Il danno provocato allo Stato solo per i lavori gonfiati supera i 700mila euro. Tale importo è comprensivo anche degli ingiusti guadagni percentuali conseguiti dai tecnici deputati alla direzione dei lavori, che si sono prestati a redigere false rappresentazioni delle opere eseguite. In almeno 28 casi, sono stati rilevati elementi di coinvolgimento in capo ai privati committenti dei lavori, che hanno sottoscritto documentazione contabile non veritiera, per i quali è scattata la denuncia per concorso in truffa aggravata. Nei giorni scorsi, inoltre, i finanzieri avevano sottoposto a sequestro preventivo 225mila euro circa, relativi alla ricostruzione di 37 edifici, già erogati ai beneficiari, ma non ancora versati all’impresa. Per 470mila euro circa, già incassati dall’impresa, la guardia di finanza ha oggi eseguito sequestri su 8 conti correnti, un’abitazione sita in Pescara, terreni nell’aquilano, quote societarie ed autoveicoli fino a concorrenza della somma suddetta. Degli esiti dell’indagine penale, sarà anche interessata la procura regionale della Corte dei Conti, competente a procedere per il danno erariale cagionato.