Genova, 14 set. (LaPresse) – Li hanno fermati che stavano per lasciare l’Italia. Due persone appartenenti, secondo gli inquirenti alla galassia anarco-insurrezionalista, sono state arrestate questa mattina a Torino. I due sono accusati del tentato omicidio del 7 maggio scorso ai danni dell’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ferito in un agguato a Genova. Si tratta di Nicola Gai, 35 anni e Alfredo Cospito, 46, entrambi residenti a Torino e con precedenti penali. Secondo le prime informazioni, anche la compagna di Cospito, Anna B., è indagata ma non sottoposta a fermo. L’operazione è scattata nelle prime ore di questa mattina e il blitz è stato portato a termine da carabinieri e dalla Digos della questura di Genova.

Alfredo Cospito, 45 anni, originario di Pescara ma residente a Torino, secondo gli investigatori ha gravitato in alcune realtà anarchiche in varie zone d’Italia. Lo ha riferito il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, il quale ha aggiunto che Cospito, a Perugia, ha un procedimento in corso sempre per episodi di eversione.

Pare che l’uomo non svolga alcuna attività professionale. Nicola Gai, 35 anni, di origine torinese, a sua volta residente nel capoluogo piemontese, sarebbe un frequentatore abituale di Cospito, indipendentemente dall’episodio genovese.á

Tra i due, è stato riferito in procura, risulterebbero rapporti abbastanza continui e risalenti nel tempo. Secondo quanto si è appreso, Gai sarebbe occupato in un’azienda familiare. I due anarchici sono stati identificati studiando i filmati delle videocamere collocate davanti alla caserma dei Nas di Genova, nella zona della stazione di Brignole, non lontana dal luogo dove gli attentatori abbandonarono lo scooter usato per l’agguato.

L’identificazione è avvenuta anche grazie a conversazioni intercettate e dall’analisi della lettera di rinvendicazione dell’agguato. I due, vviandosi a piedi alla stazione, si sarebbero tolti il casco senza accorgersi delle telecamere.

L’identificazione è stata possibile grazie alle comparazioni delle foto segnaletiche della Digos. Il blitz è scattato oggi perché c’era ragione di ritenere che i due stessero per fuggire, ha spiegato ancora il procuratore Di Lecce. “Da intercettazioni – ha detto – si è capito che vi era un pericolo reale di fuga”. Cospito e la compagna, che vivono in Piemonte, sono proprietari di una casa a Bordighera (Imperia) che è stata perquisita stamani da Digos e carabinieri. Le perquisizioni, effettuate anche in abitazioni della provincia cuneese e a Pistoia, sono in corso e mirano in particolare a trovare la pistola, una Tokarev, utilizzata per l’attentato. Adinolfi era nel mirino dal 2009 per le sue prese di posizione pubbliche a favore del nucleare.

Il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, inoltre, ha annunciato che “si escludono collegamenti dei due anarco-insurrezionalisti con i No Tav”. Adinolfi venne feritoáil 7 maggio scorso in via Montello, a Genova. La procura del capoluogo ligure, durante le indagini aveva ipotizzato il reato di lesioni aggravate con finalità terroristiche. Quattro giorni più tardi, l’11 maggio, era arrivata anche la rivendicazione dell’attacco: è la Fai, Federazione Anarchica Informale, ad attribuirsi la paternità dell’attentato con un volantino di quattro pagine, subito considerato attendibile.

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