Roma, 14 set. (LaPresse) – Due fermi sono stati eseguiti nella notte dai carabinieri del Ros e dalla digos di Genova nell’ambito di una vasta operazione contro la Fai,la Federazione anarchica informale che ha rivendicato l’attentato ai danni di Roberto Adinolfi avvenuto il 7 maggio scorso a Genova. Perquisizioni e fermi sono stati effettuati nel centro e nord Italia. I due soggetti fermati, appartenenti all’area anarco insurrezionalista, stavano per abbandonare l’Italia. I fermi sono stati effettuati in Piemonte. I due sarebbero di Torino. I provvedimenti sono stati eseguiti su disposizione del procuratore aggiunto Nicola Piacente e del pm Silvio Franz. Oggi alle 11,30 riferirà i dettagli dell’operazione il procuratore di Genova Michele Di Lecce.

I due fermati dai carabinieri del Ros e dagli investigatori della digos di Genova per l’attentato al manager Roberto Adinolfi sono Nicola Gai e Alfredo Cospito. Sarebbero i due presunti attentatori che la mattina del 7 maggio scorso gambizzarono Adinolfi.I due, legati agli ambienti anarchici, sono stati fermati a Torino e la loro attività, radicata in Piemonte, ha come base il quartiere torinese di San Salvario.

Sono state fondamentali le immagini riprese dalle telecamere in via Montello a Genova per incastrae Nicola Gai e Alfredo Cospito, i due anarco-insurrezionalisti fermati da Ros e Digos a Torino per l’attentato del 7 maggio scorso nel capoluogo regionale ligure in cui è stato gambizzato Roberto Adinolfi, manager di Ansaldo Nucleare. Gai e Cospito hanno entrambi precedenti penali.

I reati contestati a Nicola Gai e ad Alfredo Cospito, i due anarco-insurrezionalisti piemontesi accusati dell’agguato all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, sono “attentato all’incolumità personale con finalità di terrorismo, lesioni personali gravi, porto illegale di arma e furto del ciclomotore utilizzato in occasione dell’agguato”.E’ quanto reso noto alla conferenza stampa in Procura a Genova dal procuratore capo, Michele di Lecce. Le prove a carico dei due fermati finora raccolte dagli investigatori sono costituiti da alcune riprese del 7 maggio, quando Adinolfi è stato gambizzato. Due soggetti sono stati identificati in Alfredo Cospito e Nicola Gai mentre transitavano in una via di Genova circa 15 minuti dopo l’agguato all’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, in un luogo non distante dal luogo in cui era stato parcheggiato lo scooter usato per effettuare l’attentato.

Poi ci sono conversazioni intercettate e altri elementi emersi dall’analisi del comunicato di rivendicazione del ferimento, contenenti elementi di somiglianza con alcuni comunicati contenuti in una rivista dell’area anarchica detta Kno3 e considerati riconducibili a Cospito. “E’possibile che in futuro ci siano altri indagati”, ha detto procuratore capo Di Lecce.

“Non c’è collegamento” tra i due arrestati per la gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi “e gli estremisti No Tav”. Lo ha detto il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, durante la conferenza a Genova per l’arresto di Nicola Gai e di Alfredo Cospito, i due anarco-insurrezionalisti piemontesi accusati dell’attentato del 7 maggio. “I due arrestati – ha detto Caselli – manifestano infatti ostilità e diffidenza verso quei movimenti, che definiscono movimenti di ribellione”. “C’è una diversa collocazione ontologica”, ha precisato Caselli.

“Questi due soggetti hanno agito in modo isolato. Questo è lo stato attuale delle cose”. Lo ha detto il procuratore di Genova Michele Di Lecce parlando di Alfredo Cospito (45 anni) e Nicola Gai (35 anni), fermati per l’attentato a Roberto Adinolfi. “E’ stata una scelta forte della procura di Genova non contestare loro il reato associativo”, ha detto Di Lecce. Fondamentali per la svolta delle indagini che hanno incastrato Cospito e Gai le immagini delle telecamere di un negozio di via Galata. “La nostra scelta è stata non contestare il reato di associazione, ma individuare i responsabili di un fatto criminale”, ha aggiunto.

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