Città del Vaticano, 9 dic. (LaPresse) – “Per Dio i grandi della storia fanno da cornice ai piccoli”. Lo ha detto papa Benedetto XVI prima della preghiera dell’Angelus, affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, in piazza San Pietro, di fronte a una folla di fedeli. Il Santo Padre ha ricordato le figure della Vergine Maria e di Giovanni Battista, quest’ultimo figlio di Elisabetta e Zaccaria, che non è soltanto “l’ultimo dei profeti, ma rappresenta anche l’intero sacerdozio dell’Antica Alleanza e perciò prepara gli uomini al culto spirituale della Nuova Alleanza, inaugurato da Gesù”. La vita del Battista è contemporanea, ricorda il papa, a quella della venuta al mondo di Cristo, “il grande avvenimento”, che “i contemporanei non noteranno neppure”.
“Nella società dei consumi – ha poi proseguito il pontefice – in cui si è tentati di cercare la gioia nelle cose, il Battista ci insegna a vivere in maniera essenziale, affinché il Natale sia vissuto non solo come una festa esteriore, ma come la festa del Figlio di Dio che è venuto a portare agli uomini la pace, la vita e la gioia vera”. Il Santo Padre ha ricordato la figura di Giovanni Battista, che “si definisce come la ‘voce di uno che grida nel deserto'”, e ha quindi “un grande ruolo, ma sempre in funzione di Cristo”. Una voce senza parola, infatti, ha ricordato il papa, “colpisce l’udito, ma non edifica”. E’ compito dell’uomo, oggi, “dare oggi ascolto a quella voce per concedere spazio e accoglienza nel cuore a Gesù, Parola che ci salva”.
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