Roma, 18 dic. (LaPresse) – “Come ogni anno, da vent’anni ad oggi, anche nel prossimo Natale mi recherò in visita ad un istituto penitenziario per portare gli auguri al personale. Quest’anno, quasi inevitabilmente, la scelta per la visita natalizia è ricaduta sulla casa circondariale di Avellino, e non solo in ragione dei recenti accadimenti che hanno scosso, amareggiato e ferito tutto il personale colà in servizio”. Lo annuncia il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Sarno. Nel corso della visita natalizia Sarno farà tappa all’asilo nido che ospita alcuni bimbi (di età inferiore ai tre anni) detenuti con le proprie madri, a cui la delegazione Uil lascerà alcuni doni. “Chiunque, come me – spiega – abbia avuto la possibilità di vedere i bambini ristretti in carcere, i loro occhi, la loro sete di speranza, la loro voglia di vivere, non può non disperarsi al pensiero che quei bimbi abbiano come orizzonte solo finestre con grate e mura di cinta. Tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere morale di concorrere a trovare una soluzione a questa vergogna. Oggi, in Italia, sono circa 60 i bimbi detenuti. Tanti, troppi. Mi chiedo, e lo chiedo al ministro Severino, perché solo a Milano si è stati capaci di rimediare a questa barbarie. In attesa che la politica trovi la capacità di risolvere, non posso che sollecitare con forza e vigore il Comune, la Provincia, la Curia e l’amministrazione penitenziaria a trovare una soluzione adeguata anche ad Avellino”.

Ma Sarno lancia l’allarme anche sulle condizioni generali del carcere. “Intanto non posso non rilevare – spiega – come l’applicazione della cosiddetta sorveglianza dinamica al nuovo reparto di Bellizzi Irpino abbia consentito di registrare zero eventi critici. Questo è la conferma dell’intelligenza del progetto che, però, andrebbe sostenuto da dirigenti convinti e motivati. Tra l’altro – sottolinea il segretario generale della Uil Penitenziari – laddove la sorveglianza dinamica è realtà (Rieti, Trento, Milano Bollate) l’azzeramento di episodi violenti, di suicidi o tentati suicidi è pressocchè totale, parimenti le aggressioni al personale sono praticamente nulle. Il mio, quindi, è un invito al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ad andare avanti convintamente su questa strada, benché sia necessario ed urgente definire i circuiti penitenziari ed un quadro normativo che sollevi il personale dalla spada di Damocle della ‘colpa del custode’”.

“Da contraltare all’efficienza delle nuove strutture – continua – però resta il degrado e l’inefficienza della quasi totalità degli ambienti detentivi che rappresentano una ulteriore difficoltà per il personale e per gli stessi detenuti. Le deficienze organiche della polizia penitenziaria, pari a circa settemila unità; i 54 suicidi in cella dal 1 gennaio ad oggi; i circa 750 tentati suicidi (con oltre 130 salvataggi in extremis da parte dei baschi blu); i circa 4500 atti di autolesionismo grave; un sovrappopolamento di circa 26 mila detenuti rispetto alle capacità ricettive sono i numeri di una emergenza attuale e drammatica che è rimossa dall’attenzione generale, anche grazie ad una informazione parziale se non del tutto assente”.

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