Lucca, 2 gen. (LaPresse) – Ventisei casi di trichinellosi trattati nelle ultime settimane nella zona di Lucca, nella Valle di Serchio. Si tratta di persone che avevano consumato salsicce crude di cinghiale e avevano poi accusato alcuni disturbi come febbre, dolori muscolari, manifestazioni cutanee. Grazie alle cure immediate a cui sono state sottoposte, stanno tutte bene. La macchina che si è messa in moto dopo la comparsa dei primi casi, subito riconosciuti dall’unità operativa di malattie infettive di Lucca, ha permesso di circoscrivere il fenomeno e di effettuare tutte le necessarie operazioni legate alla prevenzione, grazie all’impegno degli operatori della veterinaria e dell’igiene degli alimenti. La Usl 2 di Lucca ha quindi assolto al suo compito istituzionale di intercettazione dei casi sospetti, formulazione della diagnosi e trattamento farmacologico dei pazienti affetti. Inoltre ha rappresentato un importante presidio di salvaguardia della salute pubblica con l’individuazione dei casi e la tempestiva azione delle strutture territoriali di igiene ambientale e degli alimenti, riuscendo così a circoscrivere rapidamente il focolaio epidemico. La trichinellosi o trichinosi è una malattia causata da un parassita, la Trichinella, che è un verme che può contaminare con le sue larve le carni di diversi animali. L’uomo contrae l’infezione attraverso il consumo di carni animali contagiate e non cotte. Si tratta di una patologia rara ma presente in tutto il mondo. Proprio per la sua rarità e per sintomi che possono risultare simili a quelli di altre patologie non è di facile riconoscimento. Gli ultimi casi in Italia risalgono al 2011 in Sardegna. In Toscana da circa 20 anni non venivano segnalati casi. I sintomi sono abbastanza aspecifici: febbre, malessere, stanchezza, diarrea, dolori muscolari, manifestazioni cutanee nelle forme più gravi vi possono essere sintomi da coinvolgimento del sistema nervoso e del cuore. Ciò che fa pensare a questa patologia è la comparsa di questa sintomatologia contemporaneamente in più persone legate fra loro. Per i casi recentemente riscontrati in Valle del Serchio si è trattato di persone che avevano consumato carne di cinghiale non cotta e utilizzata per il confezionamento di salsicce. E’ possibile evitare questa malattia tramite la cottura delle carni o con il congelamento a -15° per 20 giorni o a -30° per 6 giorni. In questa maniera vengono distrutte le larve e si impedisce l’insorgere della malattia.
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