Berlino, 8 mar. (LaPresse) – Tracce di veleno per topi sono state ritrovate in una partita di insalata romana proveniente dall’Italia. E’ l’allarme lanciato dal sito lebensmittelwarnung.de, il portale dedicato alla sicurezza alimentare dell’ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori. Secondo quanto riferisce la stampa tedesca, si tratta di una partita di 110 cassette di insalata, 105 delle quali sono già state distrutte. Ne mancano dunque all’appello cinque: pare che una sia stata venduta all’Istanbul Markt di Offenbach e quattro a commercianti ambulanti nella regione metropolitana Reno-Meno, che le avrebbero a loro volta rivendute. La lattuga coinvolta è quella ‘ortofrutticola La Trasparenza’ ed è stata immessa sul mercato dal rivenditore all’ingrosso di Francoforte Özdemir, che ne ha ordinato il richiamo. I prodotti potrebbero manifestare segni di contaminazione da veleno per topi con la presenza di piccoli granuli blu. A tutti i commercianti è stato chiesto di distruggere le lattughe in questione e, ai consumatori che avessero già mangiato uno dei prodotti, viene consigliato di rivolgersi a un medico. Finora non sono pervenute segnalazioni di avvelenamenti.
Il ministero della Salute italiano conferma che una busta di veleno per topi non integra è stata rinvenuta in una cassetta di legno aperte di lattuga romana, dunque non confezionate, su 110 cassette fornite ad un grossista tedesco da una ditta veneta. Il rinvenimento è avvenuto durante un autocontrollo effettuato dallo stesso grossista, il quale ha informato le autorità tedesche, fornendo la tracciabilità e attivando il richiamo del prodotto per la successiva distruzione. La notifica è avvenuta ieri, 7 marzo, attraverso il sistema di allerta della Commisssione Ue. Il ministero della Salute ha già allertato gli assessorati della Regione Campania e della Regione Veneto per l’adozione di eventuali misure cautelari. Il ministero della Salute non può escludere che la contaminazione possa essere avvenuta nel magazzino del grossista tedesco, atteso che per altro il riscontro è stato effettuato in autocontrollo e non in seguito ad un controllo ufficiale delle autorità tedesche. Pertanto il ministero della Salute a scopo cautelativo ha avviato tutte le procedure previste e contestualmente ha chiesto alle autorità tedesche di effettuare controlli anche sulla ditta tedesca.
“Occorre fare immediatamente chiarezza sulla reale origine della contaminazione per eliminare tutti i fattori di rischio e non mettere in pericolo il principale mercato di destinazione delle nostre verdure con un fatturato di 380 milioni di euro nel 2013, il 38 per cento del totale esportato”, commenta la Coldiretti. “Va tutelato – sottolinea l’organizzazione degli agricoltori – il primato nella sicurezza alimentare conquistato dalla produzione di frutta e verdura italiana a livello europeo. Bisogna verificare in che punto della filiera è avvenuta realmente la contaminazione senza dimenticare – conclude la Coldiretti – che proprio la Germania qualche anno fa non aveva esitato a mettere sotto accusa gli incolpevoli cetrioli di fronte all’emergenza escherichia coli che poi è risultata essersi sviluppata in germogli di soia egiziani”.
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