Città del Vaticano, 9 mar. (LaPresse) – Tutto è pronto sul tetto della Cappella più famosa del mondo, impacchettata ad hoc per non far vedere da piazza San Pietro l’avanzamento dei lavori. Ma presto, quando gli operai toglieranno le impalcature e i teloni bianchi, spunterà dal tetto della Sistina in Vaticano il camino da cui uscirà la famosa fumata che annuncia ai fedeli l’elezione del nuovo Papa. Alle canne fumarie della stufa è stato infatti raccordato il comignolo che fuoriesce da una delle finestre, sorretto da un’impalcatura alta circa 30 metri. Durante il giro che è stato concesso alla stampa all’interno della Sistina, tutti questi particolari sono visibili. Le due zone, una prima parte destinata tradizionalmente ai laici e l’altra al clero officiante, sono divise dall’iconostasi (un muretto con feritoie). Attraverso uno scivolo che conduce alla sopraelevazione si accede alla zona dove sono posti i tavoli e le 115 sedie per i cardinali elettori. Sullo sfondo 2.500 circa metri quadrati di affreschi che hanno ispirato da sempre i porporati.

Le pitture della Sistina sono la dottrina della Chiesa messa in figura, dal ‘Fiat lux’ all’Apocalisse, dal Nuovo Testamento e all’Antico. C’è il Giudizio universale. Il Papa che l’ha commissionata, Sisto IV della Rovere, ha voluto che quella cappella ‘magna’ avesse le stesse misure del Tempio di Gerusalemme: 40 metri per 13 e 20 di altezza. L’attuale stufa in ghisa, posta in un angolo della Cappella, chiusa al pubblico da martedì, è stata utilizzata la prima volta durante il Conclave del 1939. La sua forma è cilindrica rastremata, alta circa un metro, mentre il diametro misura 45 centimetri. Nella parte inferiore, uno sportello serve a introdurre l’innesco, con manovella manuale di regolazione per il tiraggio. Più in alto c’è lo sportello dal quale si inseriranno le schede da bruciare. Sulla calotta superiore riporta, punzonate, le date dei precedenti Conclavi: ‘1939/III’ (elezione di Pio XII); ‘1958/X’ (Govanni XXIII); ‘1963/VI’ (Paolo VI); ‘1978/VIII (Giovanni Paolo I); ‘1978/X’ (Giovanni Paolo II); ‘2005/IV’ (Benedetto XVI).

Per preparare il Conclave del 2005 e migliorare l’individuazione dall’esterno del colore delle fumate, è stata impiegata per la prima volta un’apparecchiatura ausiliaria a fumogeni. Tale apparatoinstallato a fianco della stufa tradizionale, è dotato anch’esso di uno scomparto con sportello, nel quale inserire, a seconda dell’esito della votazione, delle cassette contenenti fumogeni di differente composizione, la cio accensione è avviata da una centralina elettronica per la durata complessiva di alcuni minuti per dare corso alle combustione. Le canne fumarie della stufa e dell’apparecchiatura elettronica confluiscono in un unico condotto che, dall’interno della Sistina, sfocia in prossimità del colmo della copertura dell’edificio. A potenziarne il tiraggio concorre la canna preriscaldata mediante resistenze elettriche, ma se malauguratamente non dovesse funzionare entra in azione un ventilatore di riserva.

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