Asti, 13 mar. (laPresse) – Jorge Mario Bergoglio, il neo papa Francesco I, è nato a Buneos Aires nel 1936, ma la sua famiglia d’origine è astigiana, originaria di Bricco Marmorito di Portacomaro, frazione del capoluogo piemontese. Suo bisnonno aveva avuto sei figli, tra i quali Giovanni Angelo Bergoglio, trasferitosi poi a Torino dove nacque il padre del nuovo pontefice. Giovanni Angelo bergoglio si trasferì poi a Buenos Aires dove nacque Jorge Mario Bergoglio. Bergoglio ha mantenuto i legami con il Piemonte: 10 anni fa ha visitato Bricco Marmorito, incontrando alcuni cugini, perchè era molto interessato a conoscere la terra d’origine.
“Siamo contentissimi, è da giorni che ci speravamo”, commenta il cugino astigiano del nuovo pontefice, Armando Bergoglio, intervistato al telefono da La Presse. Armando, che vive proprio nella frazione astigiana, è cugino di terzo grado di Jorge Bergoglio: “Abbiamo in comune il bisnonno. Mio nonno è nato nella stessa casa del nonno di Jorge, che aveva un negozio di alimentari in Paese – racconta -. Il padre di Jorge emigrò da Portocomaro in Argentina quando era giovanissimo. Io non ho mai incontrato mio cugino Jorge, ma alcuni nostri parenti sono andati a trovarlo in Argentina. Jorge venne in visita a Portocomaro una decina di anni fa, se non ricordo male, ma io facevo l’autista e spesso ero in giro e non ebbi modo di conoscerlo personalmente”.
“Una persona semplice, gentilissima e di grande cultura”, racconta Mariangela Cotto, consigliera comunale astigiana ed ex assessore regionale del Piemonte, che, in questa veste, conobbe una decina di anni fa colui che è diventato il capo della Chiesa, proprio a Buenos Aires. “Andammo come delegazione dell’associazione ‘Piemontesi nel mondo’ nella capitale argentina – spiega Cotto, ideatrice della associazione ‘Astigiani nel mondo’ – e lì incontrammo Bergoglio con il cardinale Severino Poletto. Mi colpì per la sua gentilezza. La gente parlava di Bergoglio come ‘un vescovo fra noi’. A Bergoglio portammo delle bottiglie di Grignolino della vigna di suo nonno, che fino a qualche anno fa era di proprietà del cugino di Jorge”, racconta ancora Cotto.
A testimoniare la semplicità dei modi di colui che è diventato Papa Francesco I, Mariangela Cotto riferisce ancora un aneddoto: “La nostra delegazione doveva essere composta da 10 persone, così ci eravamo annunciati, ma poi molti membri dell’associazione ‘Piemontesi nel mondo’ insistettero per unirsi alla nostra visita. E così ci presentammo in 20, il doppio. Fu proprio Bergoglio a portarci personalmente le sedie in più per poter a far sedere tutti gli ospiti. In quei giorni, le ‘madres de plaza de Mayo’ (le madri dei desaparecidos) manifestavano in piazza e Bergoglio disse: ‘Bisogna capire le ragioni della protesta’”. A quell’epoca l’Argentina era nel pieno di una gravissima crisi economica. “Bergoglio – rievoca ancora Cotto – disse: ‘il Paese deve farcela’”.
“Sono contento per questa vicinanza, non solo di luogo ma di spirito”, commenta don Andrea Ferrero, parroco di Portacomaro. “Non lo conosco personalmente – spiega – ma sono davvero contento e prego per lui, che ha un compito importantissimo, quello di guidare la Chiesa”.
Da Portacomaro viene anche la mamma dell’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, oggi presidente della Compagnia di San Paolo. “In molti a Portacomaro si chiamano Bergoglio, adesso che ci penso – risponde Chiamparino raggiunto da LaPresse – mia mamma veniva da lì. Sapevo che aveva origini astigiane ma non pensavo di Portacomaro. Mi fa piacere”.
Felice l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. “Siamo orgogliosi, come piemontesi – sottolinea – che la famiglia di Papa Francesco abbia origini nelle nostre terre. Non è facile esprimere a parole la mia più intensa gioia e il rendimento di grazie al Signore, che, a nome di tutta la comunità diocesana, provo per l’elezione di Papa Francesco che i cardinali hanno scelto, sotto la guida dello Spirito Santo, e che suscita in tutti noi un senso profondo di fiducia nel cammino della Chiesa, per il suo futuro nella storia del nostro tempo. Sento nel mio cuore, come credo sia nel cuore di tutti, un grande sollievo, perché veniamo da tempi particolarmente difficili e complessi. Questa elezione dà il senso di una Chiesa che guarda avanti con rinnovata speranza nel Signore e, nel successore di Pietro, trova la sua roccia su cui rinnovare la fede in Cristo e la comunione dell’intero popolo di Dio”.
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