Città del Vaticano, 13 mar. (LaPresse) – Figlio di immigrati italiani, conosciuto come conservatore e uomo dalla calda personalità, ma anche riservato. Un intellettuale che ha modernizzato una delle Chiese più conservatrici dell’America latina, ossia quella dell’Argentina, il Paese dove è nato e dove ha vissuto tutta la vita. È Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, da oggi Papa Francesco, il primo pontefice gesuita della storia della Chiesa.
Classe 1936, era stato uno dei favoriti anche nel conclave del 2005, quando prese meno voti solo dell’eletto Joseph Ratzinger. Gode di una lunga esperienza pastorale che, secondo molti, dovrà essere una caratteristica fondamentale per il nuovo Papa.
Nella sua vita di insegnamento e guida per i sacerdoti dell’America latina, continente che concentra la maggiore comunità cattolica del mondo, Bergoglio ha mostrato un’acuta sensibilità politica, così come umiltà che in confratelli hanno sempre dimostrato di apprezzare. Almeno secondo quanto scrive il suo biografo ufficiale, Sergio Rubin. Quest’ultimo, in un’intervista ad Associated Press, si è detto convinto che l’elezione di Bergoglio potrebbe incoraggiare i 400mila preti a lavorare per abbracciare più anime. Il neo Papa si sente a suo agio a tenere un basso profilo, e il suo stile personale è l’antitesi dello splendore vaticano. “È una cosa molto curiosa: quando i vescovi si incontrano, lui vuole sedersi nelle ultime file. Questo senso di umiltà è molto ben visto a Roma”, spiega ancora Rubin. Dopo aver studiato come chimico, ha insegnato letteratura, psicologia, filosofia e teologia. “In appena sei anni – scrive il biografo Rubin – è passato da prete di un piccolo convento di provincia, a ricoprire l’incarico di arcivescovo di Buenos Aires e di futuro cardinale primate di Argentina. La sua carriera è stata un meteorite”.
Tuttavia Bergoglio si distingue anche per la sua austerità. Come funzionario della Chiesa argentina, non ha mai vissuto in un altisonante palazzo della Chiesa di Buenos Aires, preferendo un semplice letto in una stanza nel centro della capitale. Per anni ha utilizzato i trasporti pubblici e si è cucinato da solo i suoi pasti. Con l’età ha rallentato un po’ i movimenti, e ora sembra soffrire gli effetti della rimozione di un polmone avvenuta quando era ragazzo, in seguito a una infezione. Due punti a suo sfavore, per gli analisti secondo cui il prossimo pontefice avrebbe dovuto essere relativamente giovane e forte. “Ma – aveva detto Rubin – sarà molto influente nel collegio dei cardinali, sarà uno dei più ascoltati”. E così è stato, sino alla chiamata sulla Cattedra di Pietro.
L’arcivescovo di Buenos Aires viene comunque considerato un moderato dalla mente aperta, anche se le sue posizioni dottrinali e spirituali rimangono in linea con l’eredità di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, a loro volta pontefici conservatori. Bergoglio non ha potuto impedire che l’Argentina diventasse il primo Paese latinoamericano a legalizzare i matrimoni gay, o alla ‘presidenta’ Cristina Fernandez di promuovere i contraccettivi e l’inseminazione artificiale. Quando il cardinale osò dire che le adozioni da parte di coppie omosessuali sono discriminatorie per i bambini, la Fernandez paragonò i suoi toni a quelli “dei tempi medioevali e dell’Inquisizione”. Commenti ingiusti secondo il biografo Rubin, che commenta: “Bergoglio un progressista o un teologo della liberazione? No. Non è nemmeno un prete del Terzo Mondo. Critica il Fondo monetario internazionale e il neoliberismo? Sì. Ha passato molto tempo nelle favelas? Sì”.
Molti critici però lo accusano di non essersi schierato abbastanza con forza contro la dittatura militare che ha governato l’Argentina tra 1976 e 1983, periodo in cui molti familiari di vittime del regime e desaparecidos raccontarono di torture e violenze ai preti da lui direttamente controllati, in quando leader dell’Ordine gesuita del Paese. Ma nulla, o ben poco, fecero per aiutarli a ritrovare i cari o per alleviare il loro dolore. Diversamente da altri intellettuali gesuiti, Bergoglio si è concentrato sulla sensibilizzazione sociale. E i cattolici sono ancora in subbuglio per il discorso tenuto nel 2012, nel quale accusò i funzionari della Chiesa di ipocrisia per essersi dimenticati che Gesù Cristo fece il bagno ai lebbrosi e mangiò con le prostitute.
“Nella nostra regione ecclesiastica – disse in quell’occasione – ci sono preti che non battezzano i figli di una ragazza madre perché non sono stati concepiti nella sacralità del matrimonio. Questi sono gli ipocriti di oggi. Coloro che separano il popolo di Dio dalla salvezza. E questa povera ragazza che, invece di restituire il bambino al mittente, ha avuto il coraggio di farlo venire al mondo, deve vagare di parrocchia in parrocchia per ricevere il battesimo”. Bergoglio ha paragonato questo concetto del cattolicesimo all’atteggiamento dei farisei del tempo di Cristo: persone che si complimentano con se stessi, condannando però gli altri. “Gesù – disse ancora il cardinale argentino – ci insegna altro: andare. Andate e condividete la vostra testimonianza, andate e interagite con i vostri fratelli, andate e chiedete. Diventate il Verbo nel corpo e nello spirito”.
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