Città del Vaticano, 18 mar. (LaPresse) – Il controverso presidente dello Zimbawe, Robert Gabriel Mugabe, 89 anni, in Italia per la messa inaugurale di Papa Francesco, è stato già a Roma diverse volte: la prima, nel 2005, per i funerali di Giovanni Paolo II; poi tornò nel 2008 e nel 2009 per i vertici Fao, in piena crisi alimentare mondiale. La sua presenza suscitò polemiche, tanto che nel 2008 l’allora premier Silvio Berlusconi lo escluse dalla cena offerta ai vari capi di Stato e di Governo dall’Italia.

Curiosamente, da ragazzo Mugabe frequentò il liceo di Harare (la capitale dello Zimbabwe, che allora si chiamava Salisbury) dai gesuiti, lo stesso ordine da cui proviene Papa Francesco. Studiò all’università per neri di Fort Hare, in Sudafrica, dove si avvicinò ai movimenti di estrazione marxista. Dopo la laurea insegnò all’università di Accra, in Ghana, per due anni tra il 1958 e il 1960. Attivo da sempre nei movimenti anticoloniali, nel 1980, divenne primo ministro dello Zimbabwe con la vittoria del suo partito, Zanu, alle elezioni. Nel 1985 fu rieletto e nel 1987 abolì la figura del primo ministro e divenne presidente del Paese, incarico che gli venne confermato alle elezioni del 1990 e 1996.

E’ accusato dalle organizzazioni dei diritti umani di persecuzione e tortura degli oppositori politici e delle minoranze, espropri forzati agli stranieri, violenze e brogli elettorali. E’ considerato “ospite non gradito nei Paesi dell’Ue e negli Stati Uniti. Nell’agosto del 2012 Human Rights Watch gli ha scritto contestando anche “intimidazioni, arresti arbitrari e aggressioni” contro gli uffici del movimento Galz (Gay e lesbiche dello Zimbabwe). Mugabe è descritto dall’organizzazione dei diritti umani come “in prima linea nel fronte anti-gay, con ripetuti insulti e denigrazioni nei confronti di gay e lesbiche”.

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