Roma, 29 mar. (LaPresse) – “Consideriamo gravissimo il fatto che, in occasione degli ultimi sbarchi sulle coste delle province di Agrigento e Siracusa, le questure abbiano negato l’accesso agli operatori di Save the Children”. E’ la denuncia lanciata da Raffaela Milano, direttore programma Italia Europa di Save the Children. “I migranti in arrivo – spiega – sono stati immediatamente rimpatriati senza che si sia potuto accertare la presenza, tra le persone respinte, di minori soli e di altri soggetti vulnerabili”.
Save the Children opera alle frontiere, con Unhcr, Oim, Croce rossa italiana, nell’ambito del progetto Praesidium promosso dal ministero dell’Interno e ha tra i suoi mandati proprio quello di entrare in contatto con i migranti – con mediatori culturali e operatori legali – per contribuire all’individuazione di minori soli e per tutelare i loro diritti. Negli ultimi giorni si è intensificato il flusso di arrivo di migranti in Italia. Sono 260 i migranti giunti a Lampedusa dalla Libia in tre sbarchi la scorsa notte, tra i quali sei donne, una incinta, e 21 presunti minori. Sono persone di nazionalità diverse, quali Gambia, Mali, Somalia, Eritrea, Etiopia, Nigeria. Nei giorni scorsi altri sbarchi si sono verificate sulle coste siciliane.
“Stiamo per affrontare l’arrivo della stagione estiva, un’altra volta, senza un piano chiaro e definito per l’accoglienza dei minori da garantire, con risorse certe, sull’intero territorio nazionale, un piano indispensabile per scongiurare il ripetersi delle tragiche situazioni già vissute in occasione della crisi del Nord Africa”. “Facciamo appello a tutte le istituzioni coinvolte affinché si intervenga per tempo, senza doversi trovare a gestire l’ennesima emergenza”.
“Il ministro Cancellieri si attivi quanto prima per verificare quanto denunciato oggi dall’organizzazione Save the Children”, chiede Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Immigrazione del Pd. “E’ grave – sottolinea – che donne incinte e presunti minorenni non accompagnati siano stati rimpatriati senza che le organizzazioni potessero verificarne identità e condizioni, tanto più trattandosi di soggetti vulnerabili provenienti da paesi martoriati da povertà e conflitti interni”.
“C’è da sperare – aggiunge – vista la celerità con la quale si è proceduto al rimpatrio, che a tutti gli approdati sia anche stato garantito il diritto di presentare domanda di asilo nel nostro Paese, come previsto da tutte le convenzioni internazionali da noi sottoscritte. E’ auspicabile che una fase politica tanto delicata, non lasci spazio a decisioni estemporanee lesive dei diritti fondamentali e delle garanzie minime di tutela per i soggetti più deboli come i migranti in fuga da fame e conflitti”.
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