Torino, 8 apr. (LaPresse) – Un quadro di Chagall, di cui si erano perse le tracce dieci anni fa, è stato recuperato dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Torino a casa dell’ex calciatore juventino Roberto Bettega, che lo aveva acquistato in una galleria bolognese nel 2003, ignaro che si trattasse di un’opera rubata. Complessa la vicenda legata agli spostamenti del dipinto. ‘Le nu au bouquet’, un olio su tela del valore di un milione e 200mila euro, viene comprato nel 1988 in una galleria d’arte newyorkese da un cittadino americano che lo mette a bordo del suo yacht. Da febbraio 2002 a gennaio 2003 l’imbarcazione, battente bandiera americana, resta ferma nel porto di Savona per lavori di manutenzione e qui il quadro viene rubato e sostituito con una copia. Ad accorgersi del furto è il figlio del proprietario della barca (che nel frattempo è deceduto), chiedendo a un esperto d’arte di valutare l’opera: il tecnico si accorge che quella appesa alla parete dello yacht è una riproduzione e non lo Chagall originale.
Dopo la denuncia l’opera viene inserita nella banca dati dei beni illecitamente sottratti, gestita dai carabinieri. Nel 2012 il quadro viene individuato proprio a casa di Bettega, durante un’inchiesta su un giro di opere d’arte ricettate attraverso una galleria di Bologna. La ricostruzione dei vari movimenti del quadro, dal furto al ritrovamento, porta gli investigatori a compiere le verifiche prima in Francia, presso una galleria di Nizza dove il dipinto è stato esposto per un breve periodo di tempo, poi in un’altra galleria d’arte monegasca e, infine, di nuovo in Italia, a Bologna, dove viene trattata la vendita definitiva.
I carabinieri, nel ricostruire i vari passaggi della storia del quadro, hanno scoperto che chi aveva sottratto l’opera era anche riuscito a farsene rilasciare dalla Fondazione Chagall, una ‘nuova’ autentica. Il dipinto rubato, accompagnato così dall’expertise e da una falsa dichiarazione di vendita creata ad hoc attribuita in modo fittizio a un inconsapevole collezionista bergamasco (anch’egli cliente abituale della galleria bolognese), nel 2003 viene acquistato, in buona fede, proprio da Bettega, che lo ha tenuto fino al sequestro.
Il documento che autenticava l’originalità dell’opera, se da un lato ne ha agevolato il commercio, dall’altro ha permsso agli investigatori di risalire a un 32enne rumeno che, spacciandosi per il nipote del prooprietario del quadro, era riuscito a farsi consegnare dalla Fondazione Chagall un nuovo certificato. Individuato anche il suo complice, un 41enne, che fino al 2002 aveva fatto parte dell’equipaggio dello yacht da cui era stato rubato il quadro. A loro e al proprietario della galleria d’arte bolognese sono ora contestati i reati di furto e ricettazione. Il quadro è ancora sottoposto a sequestro e il proprietario statunitense ne ha già richiesto la restituzione. Sarà ora l’autorità giudiziaria a deciderne la destinazione in base agli accordi stipulati fra l’Italia e gli Stati Uniti che disciplinano la restituzione di beni d’arte d’illecita provenienza.
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