Livorno, 10 apr. (LaPresse) – Sono passati 22 anni, ma ancora non è stata trovata una verità processuale. Anche per questo, per rinnovare la memoria e per evitare che avvengano nuove stragi simili, oggi Livorno si è riunita attorno ai familiari delle vittime della tragedia della Moby Prince, il traghetto andato in fiamme nella notte del 10 aprile 1991, dopo essere entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, nella rada della città toscana. Dopo la funzione religiosa che si è tenuta questa mattina in duomo, centinaia di persone hanno sfilato per le vie di Livorno, fino al molo, dove sono stati letti i nomi delle 140 vittime della strage e sono state lanciate rose in mare, come avviene ogni anno, dal 1991.
FAMILIARI VITTIME: ESIGIAMO LA VERITA’. Presenti le autorità cittadine e gonfaloni da molte città d’Italia, compresa Firenze, quest’ultima dopo due anni di assenza. “C’è tantissima strada da fare, non sono bastati 22 anni per chiarire i misteri di quella notte. Forse ce ne vorranno molti altri, ma noi non possiamo perdere la speranza di sapere perché i nostri familiari quella notte hanno perso la vita in quel modo così atroce”, ha dichiarato Loris Rispoli, presidente di ‘140’, l’associazione che riunisce i parenti delle vittime della tragedia. La notte del 10 aprile 1991 sulla petroliera Agip Abruzzo non si registrarono vittime, mentre nella nave passeggeri ci fu un solo sopravvissuto, il mozzo napoletano Alessio Bertrand, che riuscì a lanciarsi in mare e fu soccorso.
NON PERDERE LA MEMORIA. La speranza, ha detto Rispoli in occasione della commemorazione delle vittime, “non può perderla soprattutto la collettività, la società civile, che non ha perso la memoria di questo evento”. “Noi vogliamo – ha proseguito – che la memoria sia mantenuta perché altri non debbano vivere lo stesso dolore che noi abbiamo vissuto in quel frangente”. L’Italia, ha quindi aggiunto amaramente Rispoli, che nella strage perse la sorella e che da anni si batte per la verità, “è un Paese di poca memoria e di tante tragedie”. Anche per questo, ha concluso, “lavoreremo affinché per tutte queste tragedie ci sia verità e giustizia”.
ASSOCIAZIONI DA VIAREGGIO E CASALE. Al corteo grande è stata la partecipazione delle associazioni di tutta Italia. Presenti i membri di ‘Il mondo che vorrei’, che rappresenta i familiari della strage della stazione di Viareggio del 29 giugno 2009, con la presidente Daniela Rombi. Così come folta era la delegazione giunta da Casale Monferrato, con i membri della ‘Afeva’ (Associazione familiari vittime amianto) e quelli di ‘Voci della Memoria’. Era stato proprio quest’ultimo gruppo, alcuni mesi fa, a portare nella città piemontese, simbolo della lotta all’Eternit e all’amianto, la storia della Moby Prince, con una giornata dedicata al ricordo e al racconto, grazie alla testimonianza dello stesso Loris Rispoli.
GRASSO: RICORDO TRAGEDIA ANCORA VIVO. In mattinata sulla strage è intervenuto anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Dopo 22 anni, ha scritto in un messaggio inviato al sindaco di Livorno, “il ricordo di quella tragedia è ancora vivo e indelebile in tutti noi”. “Come cittadino e come presidente del Senato – si legge nella lettera – rinnovo la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite, esprimendo il mio più profondo cordoglio per quanti persero la vita in quell’incidente. Le istituzioni e la società civile hanno il dovere di rimanere al fianco di chi è stato colpito da questo tragico evento facendo chiarezza su quanto avvenuto”.
GRASSO: SERVE COMMISSIONE SU STRAGI IRRISOLTE. Grasso sottolinea quindi la necessità di fare luce sulle circostanze della strage. “Il ricordo di ciascuna vittima – continua il messaggio – può diventare memoria collettiva solo se la verità saprà accompagnare l’operato di chi ha il dovere di accertare i fatti come realmente accaduti. La giustizia è l’unica forma di conforto per chi ha perso i propri cari in tragedie di così ampia portata”. “E’ mio auspicio – conclude il presidente del Senato – che il ricordo di questa data possa continuare a parlare forte, sollecitando il rigoroso rispetto delle norme di sicurezza anche al fine di evitare che in futuro si ripropongano analoghi eventi. Mi auguro che anche il Parlamento sappia contribuire a questo obiettivo, utilizzando tutti gli strumenti a propria disposizione, a partire dalla costituzione di una Commissione d’inchiesta sulle stragi irrisolte del nostro Paese”.
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