Roma, 28 apr. (LaPresse) – Senza un lavoro, senza più un nucleo familiare di riferimento e disperato. In queste condizioni Luigi Preiti ha preso il treno da Rosarno per andare a Roma. Stando a quanto si apprende, è stato controllato dalla Polfer sul treno Villa san Giovanni-Napoli: un accertamento di routine dal quale non è risultato nulla. Era a Roma che voleva mettere in atto la sua intenzione: quella di sparare ai politici. E’ arrivato ieri nella capitale, ha dormito in un albergo e questa mattina, verso le 11 si è avviato verso il Parlamento.

Preiti, nato a Rosarno il 16 gennaio del 1964, ha vissuto a Predosa, in provincia di Alessandria fino a due anni fa, quando ha fatto ritorno a casa dei suoi genitori, pensionati, in Calabria. A suo nome risulta ancora intestata un’impresa edile con la quale, ormai, non vinceva più appalti. Prima i problemi di denaro, legati alla disoccupazione, poi il vortice del gioco: i videopoker. Quindi i problemi familiari e la separazione. Questa mattina ha raggiunto piazza Colonna, sulla quale si affaccia Palazzo Chigi, da piazza di Montecitorio, sede della Camera dei deputati. Ha cercato di oltrepassare alcune transenne sorvegliate dalla forze dell’ordine. Sulla sua strada ha trovato in due carabinieri che, evidentemente, gli hanno chiesto conto del suo ingresso.

Alle 13 avrebbero dovuto giurare i ministri del nuovo governo Letta e quindi gli ‘ingressi’ erano presidiati. Le telecamere lo hanno ripreso mentre, ben vestito e apparentemente calmo, passeggia nella zona. Poi il dramma. Ha iniziato a sparare: la pistola di Luigi Preiti è una calibro 7.65 con la matricola abrasa. Lui non ha il porto d’armi, segno che l’arma viene dal mercato clandestino. Con quella ha sparato verso i militari. Ma, ha confessato in ospedale, quei colpi voleva esploderli contro i politici.

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