Torino, 29 apr. (LaPresse) – Si è aperto al Palagiustizia di Torino il processo sugli scandali della sanità piemontese ribattezzato ‘Sanitopoli’. In aula è presente una degli imputati, l’ex assessore alla Tutela della salute e Sanità della giunta Cota Caterina Ferrero (Pdl), che si era dimessa dopo essere stata arrestata. La Ferrero, accusata di turbativa d’asta e abuso d’ufficio, è assistita dall’avvocato Roberto Macchia. E’ imputato anche il suo ex braccio destro in assessorato, Piero Gambarino. A deporre come teste dell’accusa è stato chiamato uno dei carabinieri che ha lavorato all’inchiesta Minotauro contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel torinese, Gian Piero Bonatto, attualmente comandante del nucleo operativo di Ivrea. Interrogato dai pm Stefano Demontis e Paolo Toso, Bonatto ha rivelato di un incontro, che avvenne il 28 gennaio 2007 nella villa a Cuorgnè di Giovanni Iaria, deceduto da pochi mesi, considerato un boss della ‘ndrangheta.
“Lui era il trait d’union tra imprese e politica – ha spiegato – e a quel pranzo partecipò anche Piero Gambarino, pochi mesi prima della sua nomina a Scr. A casa di Iaria c’erano molti pregiudicati poi condannati al Minotauro – Bruno Iaria, Agostino Nicodemo, Cincinnato Luigi, Raco Domenico, Arena Cosimo – più altre persone con ruoli politici come Bellino Albino, già sindaco di Locana e presidente della Usl 38 e della Comunità Valle Orco e Soana, nonché socio nella Canavesana costruzioni di Zucco Urbano. Poi c’era Placanica, ex sindaco di Cuorgnè, uno dei fratelli Papandrea, Viscone Agostino, tutti identificati in pattuglie nella prima periferia di Cuorgnè”. “Nel pomeriggio – ha proseguito il teste – quando iniziarono a uscire dopo il pranzo, fermammo un’Audi Q7. Dentro c’erano Piero Gambarino e una donna, di cui non ricordo il nome. Il veicolo era intestato alla società EdilToro”.