Lampedusa, (Agrigento), 8 lug. (LaPresse) – “Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro. Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni: la globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto”. Questo un passaggio dell’omelia di papa Francesco nello stadio Arena di Lampedusa. Il pontefice, che ci ha abituati alle citazioni letterarie, questa volta porta l’esempio del personaggio manzoniano che rappresenta la cattiveria, la malvagità e proprio per queste sue caratteristiche incute timore.

E’ il potente, al quale Don Rodrigo si rivolge per attuare il piano di rapire Lucia Mondella, che invece con la sua semplicità porterà l’Innominato alla conversione, quindi alla trasformazione completa. Dopo la conversione l’Innominato cambia completamente e coglie al volo l’occasione per far del bene in maniera proporzionata al male che aveva fatto. Non è la prima volta che Bergoglio cita l’Innominato. Appena eletto papa alcuni suoi biografi hanno appunto citato questo passaggio del romanzo di Manzoni come il suo preferito.

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