Torino, 17 lug. (LaPresse) – Svolta nell’inchiesta Fonsai. La guardia di finanza di Torino su ordine della procura ha eseguito sette arresti per falso in bilancio aggravato e manipolazione di mercato. Colpita dai provvedimenti tutta la famiglia Ligresti, Salvatore e i figli Giulia Maria, Jolella e Gioachino Paolo, e i due ex amministratori Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, nonchè il vicepresidente protempore Antonio Talarico. I fatti contestati dagli investigatori attengono all’occultamento al mercato di un ‘buco’ nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro. Un’informazione sensibile e determinante per le scelte degli investitori, la cui mancata comunicazione ha cagionato un grave danno ad almeno 12mila risparmiatori.
Gioacchino Paolo Ligresti, però, è ancora ricercato. L’uomo si trova in Svizzera e una pattuglia della guardia di finanza – spiega il comandante della guardia di finanza di Torino, generale Giuseppe Gerli – lo aspetta al valico di Ponte Chiasso attendendo di capire quali siano le sue intenzioni. Sembra, però, che non sia intenzionato a rientrare in Italia e la procura di Torino emetterà un mandato di cattura europeo.
“Emerge uno spaccato inquietante”. Cosi’ il procuratore aggiunto Vittorio Nessi della procura di Torino sull’inchiesta Fonsai. “Una societa’ assicurativa – ha aggiunto – molto importante era piegata agli interessi di una parte dell’azionariato, quello che contava. I Ligresti attraverso Premafin detenevano oltre il 30 percento della societa’”. “E’ anche emerso – ha specificato Nessi – che ci fu il tentativo di inquinamento probatorio, nel caso dell’ex ad Erbetta, per esempio, anche di intervento su persone informate sui fatti”. “Oltre ai Ligresti – ha sottolineato – c’erano poi gli amministratori, lautamente compensati, il cui ruolo dovrebbe essere di garanzia all’interno delle società, perchè dovrebbero essere amministratori della cosa pubblica. E invece c’è stato uno sviamento di questo potere, sono stati deviati i loro interessi, coscientemente e volontariamente, non per la società ma per gli interessi della famiglia Ligresti”.
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