Roma, 23 lug. (LaPresse) – Non si può imporre per legge la custodia cautelare in carcere, in attesa del processo, per chi è accusato di stupro di gruppo. Lo ha stabilito la Corte costizionale, secondo la quale occorre valutare caso per caso le misure alternative alla detenzione. La Consulta ha dichiarato illegittimo il decreto del 2009 che imponeva la carcerazione, in seguito a casi di cronaca che scossero l’opinione pubblica.
Per i giudici il problema è che la legge, nel prevedere la detenzione in carcere, “non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure”.
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