Roma, 19 ago. (LaPresse) – La crisi egiziana arriva davanti alla Farnesina. Oggi un gruppo di manifestanti organizzatori dal ‘Comitato libertà e democrazia per l’Egitto’ si è infatti ritrovato davanti alla sede del ministero degli Esteri a Roma per chiedere “un rapido ritorno alla democrazia” nel Paese nordafricano e un ritorno in carica di Morsi. “Un’azione simbolica – spiegano gli organizzatori – mentre a Bruxelles si decide la posizione dell’Ue contro il massacro dei nostri connazionali”. Il presidio vuole infatti spingere il ministro degli Esteri Emma Bonino a prendere in sede europea “una posizione di forza” che preveda anche un ritorno alle urne. Nuove elezioni però, spiegano ancora, necessitano di un passaggio obbligato, cioè “riportare Morsi al suo posto”.
La dimostrazione è iniziata con una preghiera: gli uomini schierati davanti, le donne qualche passo indietro. I dimostranti si sono scagliati principalmente con il generale Abdel-Fatah el-Sissi, capo delle forze armate e ministro della Difesa egiziano. “El-Sissi assassino, poliziotti assassini. Via i traditori da casa mia”, hanno gridato alcuni dal piccolo palco allestito nella piazza antistante l’ingresso della Farnesina. Poi è stato simulato un massacro, “uno dei tanti”, spiegano alcuni partecipanti, “che stanno subendo i nostri fratelli nel Paese”: i manifestanti sdraiaiti a terra, mentre dal megafono risuonavano spari di fucile.
Ma la manifestazione non voleva essere solo una protesta. Il Comitato ha infatti inviato una lettera alla ministra degli Esteri Bonino per chiederle un incontro. Ahmed Abdel Aziz, coordinatore del gruppo, ha spiegato che gli egiziani pro Morsi vogliono “che l’Italia sia Paese capofila nel chiedere la fine del massacro in Egitto”. Nei prossimi giorni alcuni rappresentanti del Comitato incontreranno parlamentari di Sel, Pd e Movimento 5 Stelle, con cui hanno preso già contatti. Al termine del presidio, donne e bambini hanno cominciato a sventolare le foto di Morsi e calpestare quelle di el-Sissi.