Roma, 23 ago. (LaPresse) – Dall’inizio del 2013 la guardia di finanza ha scoperto finanziamenti ed aiuti indebitamente richiesti o percepiti per 1 miliardo di euro e denunciato 3.160 tra falsi invalidi e beneficiari di indebite erogazioni previdenziali ed assistenziali. L’azione di contrasto delle fiamme gialle si sviluppa sia nei confronti delle forme di frode più sofisticate ed insidiose che nei cosiddetti fenomeni di massa, tra cui rientrano i controlli sull’esenzione dai ticket sanitari e sulla percezione di prestazioni sociali agevolate quali assegni per il nucleo familiare, buoni libri e mense scolastiche, agevolazioni per tasse universitarie, e così via: oltre metà dei casi controllati sono risultati irregolari ed i benefici non dovuti perché concessi sulla base di false attestazioni reddituali.
Tra i casi maggiori: il piano di controlli del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, grazie al quale sono stati individuati in tutta Italia 5.600 falsi braccianti agricoli che hanno ricevuto indennità di disoccupazione, per malattia o maternità non dovute per 20 milioni di euro. Si tratta di personale per lo più inquadrato in aziende agricole “senza terra”, che hanno ottenuto i benefici esibendo falsi contratti di affitto dei terreni, all’insaputa dei reali proprietari, come accaduto a Cosenza o nel caso scoperto in provincia di Crotone dove firmatari dei contratti risultavano proprietari terrieri già deceduti da anni; a Ragusa, sono stati denunciati 197 responsabili di associazione a delinquere, truffa aggravata e falso ideologico, di cui 114 falsi invalidi, 74 medici e 9 tra politici e collaboratori. In molti casi, le invalidità riconosciute dalle 4 commissioni mediche sono risultate artificiosamente aggravate a seguito delle raccomandazioni di alcuni politici locali mentre in altri casi era stata attivata una corsia preferenziale per il riconoscimento delle invalidità. Incaricate di raccogliere le segnalazioni erano le segreterie dei politici, che poi attivavano i medici di riferimento, ricompensati con incarichi ben remunerati per sé o per i familiari; a Verona, sono stati scoperti 15 piloti d’aereo che hanno ricevuto trattamenti previdenziali, tra cassa integrazione guadagni, indennità di mobilità e fondo trasporto aereo, per complessivi 850.000 euro, ma che allo stesso tempo prestavano in nero attività lavorativa per vettori aerei mediorientali, con retribuzioni mensili di svariate migliaia di euro.
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