Città del Vaticano, 7 set. (LaPresse) – “Finisca il rumore delle armi” perché “la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”. E’ il cuore dell’appello lanciato da Papa Francesco nella veglia in piazza San Pietro contro l’intervento militare in Siria.
“IL MONDO E’ LA CASA DELL’ARMONIA”. “Questo nostro mondo, nel cuore e nella mente di Dio è ‘la casa dell’armonia e della pace'”, ha spiegato il Pontefice, iniziando l’omelia. Il Pontefice ha iniziato facendo riferimento al racconto biblico di Geremia, ‘Dio vide che era cosa buona’, nel quale si parla dell’inizio della storia, del mondo e dell’umanità. “Tutto il creato – ha continuato Bergoglio – forma un insieme armonioso, buono ma soprattutto gli umani, fatti a immagine e somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale e non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con Dio che è amore, fedeltà, bontà si riflette su tutte le relazioni tra esseri umani e porta armonia all’intera creazione”.
“LA VIOLENZA VIENE DALL’EGOISMO”. “La violenza, la divisione, lo scontro e la guerra”, ha continuato, avvengono quando “l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si chiude nel proprio egoismo”. “Quando l’uomo – ha proseguito Bergoglio – pensa solo a se stesso, ai propri interessi, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio allora apre la porta all’indifferenza, alla violenza e al conflitto”.
“IN OGNI GUERRA RINASCE CAINO”. “In ogni violenza e in ogni guerra facciamo rinascere Caino”, ha proseguito. “Anche a noi – ha spiegato – è rivolta la domanda che Dio fa a Caino e anche a noi farà bene chiederci: ‘Sono forse io il custode di mio fratello?”. “Essere persona umana – dice il Papa – significa essere custodi gli uni degli altri. E invece quando si rompe l’armonia succede una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. “Noi tutti – è il grido di Bergoglio – continuiamo questa storia di scotnro tra fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello”.
“LA VIOLENZA PORTA SOLO MORTE”. “La violenza e la guerra hanno linguaggio di morte, portano solo morte”, ha proseguito il Pontefice. “Come se fosse una cosa normale – ha sottolineato – continuiamo a seminare morte, distruzione e dolore”. “E’ possibile percorrere un’altra strada, possiamo uscire dalla spirale di morte e dolore?”.
L’APPELLO AI GOVERNANTI. Il Pontefice, rivolgendosi a “coloro che sono chiamati a governare le nazioni”, dice “Vorrei che rispondesse sì”. Poi il Papa ha continuato con le domande. “Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Sotto lo sguardo materno della regina della pace voglio rispondere: sì, è possibile per tutti”. “Questa sera – ha proseguito – vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: ‘Sì, è possibile per tutti’. Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le nazioni rispondesse: ‘sì lo vogliamo’”.
“FINISCA IL RUMORE DELLE ARMI”. “Finisca il rumore delle armi”, ha proseguito, perché “la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”. “La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità”. “Perdono – dice il papa – dialogo e riconciliazione sono le parole della pace: nall’amata nazione siriana, in medioriente e in tutto il mondo”. “Preghiamo – conclude Francesco – per la riconciliazione e per la pace. Lavoriamo per la riconciliazione e per la pace e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace”.
“OGNUNO GUARDI NELLA PROPRIA COSCIENZA”. “Ognuno – ha invocato – si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: ‘Esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro!'”.
100MILA IN PIAZZA. Il Papa ha parlato di fronte a una piazza San Pietro gremita da 100mila fedeli. Il Papa è giunto in piazza a piedi dalla basilica vaticana e, in silenzio, si è messo in preghiera sul sagrato accanto all’altare. La prima parte è stata di carattere mariano, con l’intronizzazione della Madonna ‘salus populi romani’ con partenza dall’obelisco. Poi è stato recitato il rosario.
PRESENTI MINISTRO MAURO E SINDACO MARINO. In piazza anche varie autorità. E’ giunto, a bordo di un’auto, il ministro della Difesa, mario Mauro che aveva già annunciato la sua partecipazione alla veglia voluta da Papa Francesco. Come, invece, di consueto, è arrivato in bicicletta il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Tra i politici Mario Giro, sottosegretario agli Esteri. Sul sagrato anche il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. “Siamo qui – ha detto arrivando – con il Papa a dire no a questa guerra improvvida, che è destinata a creare più problemi di quanti ne risolva”.
Diversi i leader di movimenti e associazioni cattoliche (Miano di Azione cattolica, Riccardi di sant’Egidio, Martinez di Rinnovamento nello spirito). Presenti, ancora, ambasciatori di diversi paesi accreditati presso la Santa Sede (Slovacchia, Portogallo, Colombia, Messico, El Salvdor, Bosnia ed Erzegovina, Perù, Argentina, Principato di Monaco, Iraq, Unione europea, Polonia, Benin, Cile, Brasile, Libano, Austria, Nicaragua, Paraguary e Croazia).
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