Città del Vaticano, 7 set. (LaPresse) – Centomila fedeli in silenzio. Cristiani ma anche musulmani. Credenti, gente comune. Turisti, romani e curiosi. Tutti in preghiera. La veglia per dire no all’uso delle armi in Siria e in tutto il medioriente ha visto uniti cristiani e musulmani che hanno pregato insieme sul sagrato. In migliaia sono arrivati per unirsi al gridpo di Bergoglio contro la guerra. Tanti anche i rappresentanti dell’Islam che recitano il Corano.Una giornata volta, cercata e difesa dal pontefice argentino che, dopo aver anunciato l’evento domanica scorsa all’Angelus, ha scandido la sua settimana con diversi gesti religiosi ma soprattutto politici, scrivendo, per esempio al presidente russo Vladim Putin per far arrivare il suo appello contro la guerra.

Bergoglio, contro ogni protocollo, è giunto pochi minuti prima delle 19 in piazza a piedi. Facendosi spazio tra la folla è arrivato all’all’altare dando il via alla veglia. Con aria compita e in raccoglimento ha recitato il rosario assistendo assorto in silenzio alla processione dell’immagine della Madonna protettrice di Roma, Maria ‘Salus populi romani’. “In ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti!”, afferma in una meditazione dal forte sapore biblico. “E anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello”. In un discorso diffuso anche in arabo dalla Santa Sede, il Papa, questa volta, non improvvisa se non quando ricorda i “bambini” che muoiono e quando rievoca un appello alla pace di tutti i leader religiosi quando era arcivescovo di Buenos Aires.

Un’omelia di impronta fortemente biblica, non politica. Solo in un passaggio il pontefice si rivolge “ai governanti delle nazioni” chiedendogli di rispondere sì alla domanda: ‘è possibile uscire una spirale di morte?’. La politica ha aderito, a ranghi sparsi. Sul sagrato il ministro della Difesa, Mario Mauro, la presidente della Camera, Laura Boldrini, il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini e il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Diversi i leader di movimenti e associazioni cattoliche (Miano di Azione cattolica, Riccardi di sant’Egidio, Martinez di Rinnovamento nello spirito). Presenti, ancora, ambasciatori di diversi paesi accreditati presso la Santa Sede (Slovacchia, Portogallo, Colombia, Messico, El Salvdor, Bosnia ed Erzegovina, Perù, Argentina, Principato di Monaco, Iraq, Unione europea, Polonia, Benin, Cile, Brasile, Libano, Austria, Nicaragua, Paraguary e Croazia).

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata