Lampedusa, 5 ott. (LaPresse) – La presidente della Camera, Laura Boldrini, dopo la visita al centro di permanenza temporanea di Lampedusa, ha sottolineato l’importanza per le istituzioni, di essere al servizio delle persone e di ascoltare le loro esigenze. Per questo ha assicurato che le richieste avanzate dai sopravvissuti scampati alla tragedia del 3 ottobre saranno soddisfatte: i migranti hanno chiesto soprattutto di poter dare sepoltura ai loro cari in Eritrea, loro terra natia, e di poter andare via dal centro di accoglienza di Lampedusa il più in fretta possibile.

“Spero – ha detto l’ex portavoce dell’Unhcr in conferenza stampa al municipio dell’isola – che questa tragedia non venga sdoganata con qualche ora di commozione. La scelta del governo di indire il lutto nazionale e un minuto silenzio nelle scuole – ha aggiunto Boldrini – è stata una scelta apprezzata, ma perché abbia senso nulla deve rimanere più come prima, nulla deve. Una delegazione politica è qui, i gruppi parlamentari si stanno impegnando, questo è il momento in cui le cose cambieranno”.

LE RICHIESTE DEI SUPERSTITI. I superstiti, ha raccontato Boldrini, “ci hanno chiesto di riuscire ad identificare i loro figli, i loro fratelli, le loro sorelle. Mettiamoci nei loro panni. Se avessimo perso i nostri familiari vorremmo sapere. Mi sembra una richiesta più che leggittima. Ci auguriamo che oggi possano andare all’hangar per restare in raccoglimento”. Inoltre, spiega la presidente della Camera, è arrivata la richiesta “di poter seppellire i feretri in Eritrea e la comunità eritrea si è offerta di poter pagare le spese. Noi ci adopereremo per questo”.

INDAGATI PER IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. I superstiti del naufragio di Lampedusa, eccetto i 40 minori, sono stati iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. Lo ha confermato la delegazione parlamentare che ha accompagnato la presidente della Camera, Laura Boldrini, a visitare il centro di permanenza temporanea di Lampedusa. L’indagine è un atto dovuto in base a quanto prevede la legge Bossi-Fini. “E’ una vergogna”, ha commentato Mario Marazziti, capogruppo di Scelta Civica in commissione Esteri della Camera, in conferenza stampa a Lampedusa. “E’ la dimostrazione ulteriore – aggiunge – che uno dei prossimi atti del Parlamento italiano deve essere proprio l’abolizione del reato di immigrazione cosiddetta ‘clandestina’. Ho presentato da tempo il disegno di legge di abrogazione: ne chiederemo l’immediata calendarizzazione. Approvarla in tempi rapidi consentirebbe al nostro Paese di avere sulle proprie spalle una vergogna di meno, l’inizio di una maggiore civiltà”. “Questi sopravvissuti si trovano in un Centro di prima accoglienza predisposto per 250 persone, ma questa sede – riferisce Marazziti – è sommersa da 1050 persone, in buona parte bambini e donne, prevalentemente da paesi in guerra, con a disposizione un gabinetto utilizzabile ogni 50 persone. Molti dormono nudi, su materassi di gommapiuma nuda; per terra, coperti da cellophane; all’aperto, dopo la guerra, il naufragio, il lutto e il dolore che non finisce”.

L’APPELLO DEL SINDACO NICOLINI. “In questi anni non so se ci siano state più luci o più ombre. A volte basta un solo morto per farci sentire impotenti e per non farci vivere a pieno l’orgoglio di questi anni in cui Lampedusa ha salvato migliaia di vite umane”. Così il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, in conferenza stampa dopo l’incontro con il presidente della Camera, Laura Boldrini. La visita di Boldrini, ex portavoce dell’Unhcr, “per tutta l’amministrazione comunale è un fatto istituzionalmente di grande portata ma ha un significato che va al di là, perché abbiamo con lei fatto un pezzo di strada per cercare di far diventare Lampedusa un modello di soccorso e accoglienza”. Nicolini ha poi spiegato che al centro di permanenza temporanea di Lampedusa, “dove ci sono molte più persone di quante dovrebbero esserci”, i migranti “stanno vivendo ore drammatiche” a causa “del loro trauma, si rimane sconvolti. Non vorrei dovermi vergognare perché non possiamo accogliere in modo dignitoso le persone che salviamo mettendo a rischio la stessa vita di chi va a salvarli”. Infine l’appello per una organizzazione diversa dell’assistenza. “Sto ricevendo – dice – molte telefonate di sindaci che si offrono di ospitare” i migranti che ora si trovano al centro di permanenza temporanea di Lampedusa, “non solo nei centri ma con un modello diffuso, quindi con la collaborazione dei comuni. Un modello di accoglienza diffusa sul territorio, che elimini i grandi centri. Questa potrebbe essere la direzione giusta per un sistema di accoglienza più dignitoso, più giusto e più sopportabile anche per le comunità”.

RICONOSCIMENTO SALME E MESSA. Il riconoscimento da parte dei sopravvissuti delle salme dei migranti morti nel naufragio di due giorni fa a Lampedusa “non avverrà con le salme ma con il materiale fotografico raccolto dalla polizia scientifica”. Lo ha precisato il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, in conferenza stampa. Intanto nel pomeriggio ci sarà una commemorazione all’hangar dell’aeroporto che ospita le bare delle vittime e in serata, alle 19, una messa. La celebrazione eucaristica sarà officiata nella parrocchia di San Gerlando, a Lampedusa, dal don Stefano Nastasi.

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