Lampedusa, 11 ott. (LaPresse) – A una settimana dalla strage che si è consumata a poca distanza dall’Isola dei Conigli, a Lampedusa, una nuova tragedia del mare è avvenuta ieri sera a circa 65 miglia dalla più grande delle Pelagie, nel Canale di Sicilia. Un barcone carico di migranti si è ribaltato intorno alle 16 e almeno 34 persone sono morte annegate, tra cui anche donne e bambini. Sono 206 i superstiti, salvati grazie a un’operazione di soccorso congiunta tra Italia e Malta, iniziata dopo una telefonata ricevuta dalla guardia costiera italiana da parte di alcune persone che si trovavano a bordo della carretta del mare. Contemporaneamente un aereo dell’aeronautica militare di Malta ha avvistato il relitto naufragato. La prima imbarcazione a intervenire sul posto è stata una motovedetta maltese, seguita dalle navi Libra ed Espero della marina militare. Dagli elicotteri sono stati lanciati salvagenti e zattere autogonfiabili per cominciare le operazioni di recupero. Tra i sopravvissuti al naufragio, 150 sono stati salvati da un pattugliatore maltese, 56 dalla nave Libra della marina militare e 15 da un peschereccio. Almeno una decina di persone è stata portata al poliambulatorio di Lampedusa dove, spiega il responsabile sanitario Pietro Bartolo, sono stati richiamati in servizio tutti medici presenti sull’isola, infermieri, tecnici e psicologi. Intanto nella notte è stato individuato un altro gommone a 80 miglia a sud est di Lampedusa, dove si sono dirette la Fregata Espero ed il Pattugliatore Libra. Accertate le precarie condizioni di stabilità e galleggiabilità del gommone, Libra ha dichiarato lo stato di emergenza ricerca e soccorso e sta procedendo a prestare soccorso e imbarcare i migranti.

Subito dopo la tragedia, il premier Enrico Letta ha sentito al telefono il primo ministro maltese Joseph Muscat, il quale ha ringraziato l’Italia per i soccorsi immediati al barcone. Per entrambi si è trattata di “un’operazione aeronavale congiunta, che ha permesso di salvare molte vite umane”. Inoltre, Letta ha parlato anche con il presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy, con cui ha parlato del tema degli sbarchi e dell’immigrazione. Del contenuto di questa conversazione, il premier ha informato Muscat ed entrambi hanno concordato sulla necessità di di “porre con determinazione il tema” sul tavolo del prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre.

Cecilia Malstrom, commissaria europea agli Affari Interni – a Lampedusa mercoledì scorso con Barroso, Alfano e Letta – ha immediatamente rivolto le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha spiegato che “è ancora più urgente “un’ampia operazione Frontex di soccorso e ricerca nel Mediterraneo, da Cirpo alla Spagna, per individuare e assistere al meglio le imbarcazioni in difficoltà”. Inoltre, Malstrom ha ribadito il suo appello agli Stati membri dell’Ue “a rendere velocemente disponibili le risorse necessarie per consentire a Frontex di definire i dettagli di tutta l’operazione” e a mettere in piedi “azioni concrete” per intervenire sul problema.

Ma gli arrivi di carrette del mare sulle coste siciliane non si placano. Non c’è tempo di completare un soccorso, che bisogna provvedere a un nuovo intervento dei soccorritori in mare. Un altro barcone è stato avvistato a 84 miglia da Lampedusa, proprio nel bel mezzo dei soccorsi per il naufragio di stasera al largo dell’isola siciliana. “Attorno alle 21,35, mentre erano in atto i soccorsi per il naufragio di stasera, è stata confermata la presenza a 84 miglia a sud est di Lampedusa di un gommone con circa 100 migranti a bordo. La capitaneria di porto ha dirottato un mercantile che sta controllando la situazione e si stanno dirigendo due motovedette della capitaneria di porto e un aereo della marina militare nell’area per i soccorsi”. Così Marco Maccaroni, responsabile comunicazione della Marina militare, a Matrix, in onda su Canale 5.

Dall’inizio dell’anno sono circa 30mila i migranti giunti a Lampedusa, a fronte dei 15mila arrivati nel 2012. Nel Canale di Sicilia, tra il 1994 e il 2012, hanno perso la vita 6450 persone.

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